TheNesT

Vuoto assoluto


Vuoto. E freddo. Un freddo secco, non tanto intenso, ma che penetra, forse attraverso le narici, e svuota l’animo di ogni speranza di trovare qualcosa per sé. Vuoto, l’immenso spazio che ha dell’infinito, che potrebbe forse andare persino oltre il mio orizzonte visivo. Se il mio sguardo potesse attraversarlo tutto quanto, probabilmente non vedrei altri che me stesso intento a scrutare l’orizzonte, come le linee che attraversando la superficie di un solido toroidale ritornano a se stesse, in un rincorrersi all’infinito su un corpo solido di area finita. Folle, in qualche modo, immaginare che questo sia l’universo, ma logico. Un mondo compatto, connesso in ogni sua parte, ma non semplicemente connesso, dove molti dei teoremi della geometria piana non hanno validità. Un mondo con un suono ben preciso, ma indefinibile, una specie di risonanza che coinvolge tutto, a un livello quasi nemmeno percepibile, ma che oggi, io sento distintamente. Un ronzio costante, come se venisse da al di là dei confini di quanto posso percepire coi miei sensi, al di là di quel bianco accecante, angosciante, illuminato da una luce fioca che non saprei dire da dove venga. Al di là del freddo che mi investe, che quasi mi paralizza. Che non mi lascia pensare ad altro che a tutto questo spazio vuoto. Ma forse, forse vedo qualcosa. Eccola. La forma oblunga e il colore scuro, la cui superficie perfettamente liscia specchia il bagliore che la circonda ma ne tiene una parte, rimandando ai miei occhi riflessi violacei. Eccola. Inerme eppure evocatrice, novello monolito rivelatore della verità. Del significato della vita, dell’universo, e di tutte le cose. Eccola, La Verità: -“Amore, è avanzata solo una melanzana!!”-“Te l’avevo detto che dobbiamo fare la spesa! E piantala di stare davanti al frigo aperto, che ti verrà un malanno!!”