TheNesT

Marzo


Non mi va di scrivere sciocchezze, ma il tempo stringe, la notte sguiscia e scivola via e con queste dita non riesco a fermarla. Sarebbe il caso di fare gli auguri alle donne che passano di qui, e mi trovo curiosamente impreparato a farlo come vorrei. Già, come? Potrei raccontarvi com'è nata la festa, qual'è stato il sacrificio necessario per rendersi conto del suo significato, ma insomma: c'è già Wikipedia.Che poi, intanto che penso come farvi gli auguri, a me dal cuore nasce più una domanda. Voi, si voi donne: come la vivete, questa festa? Cosa significa, per voi? E nella vostra esperienza di vita, che significato ha?
Io ho dei ricordi, di quando andavo ancora a scuola: mosca bianca in una classe di quasi solo ragazze, la mattinata iniziava facendo una puntata dal fioraio, spendendo poco meno di quanto devo aver speso per il mio matrimonio. Ma tant'è. Per un giorno noi ragazzi facevamo i galantuomini, almeno per i minuti necessari a consegnare i fiori alle ragazze, chiedendo in cambio l'obolo di un bacio. Sulla guancia, ovviamente. Risatine imbarazzate, prese in giro, e una generale leggerezza restavano nell'aria per tutta la mattinata, insieme al profumo polveroso delle mimose. Qualche volta, quando la primavera lo permetteva, la confidenza conquistata ci spingeva persino a osare e chiedere a qualcuna di loro di uscirci insieme nel pomeriggio, da passare passeggiando lungo l'argine del lago, oppure alle giostre della festa patronale, tra il profumo dello zucchero filato e gli imbarazzati silenzi nell'aria tiepida di marzo. Certi pomeriggi di marzo erano luminosi e limpidi, come i giocattoli nuovi con cui non ci si stanca mai di giocare, e seppur vissuti nella costante incertezza del dopodomani che è l'adolescenza, sembravano fatti per durare per sempre.Auguri a tutte le donne, di tutto il mondo.