TheNesT

Un dio interventista


-"Ci sarà pur qualcosa in cui credi!"-"Io credo fermamente nei miei dubbi. Ma nemmeno di questo sono tanto sicuro." Non ci credo. Prendo a prestito parole e voci dal Re Inchiostro per dire con voce bassa, per non svegliare nessuno, quello in cui non credo. Perchè è notte tarda, la luna non so più nemmeno dove sia, colei che amo è tanto lontana nel sonno quanto lo è dalla veglia, ed io sono solo, ed un pò stanco, ma sopratutto abbastanza vuoto da somigliare ad un Chinaski qualunque, cinico e baro come il destino: solo molto più banale. Non credo perchè vivo nella speranza che sia tutto vero, e sia tutto qui. Perchè credere significa anche segnare un confine oltre il quale niente è più vero, dove niente è più luce, dove tutto è sconosciuto dunque inaccettabile, solo perchè incomprensibile. Credere è accettare quel che è dato e niente più, è non assaggiare la mela,  è avere fede, è non avere dubbi. Credere è rifiutare di conoscere cos'è il bene, e cos'è il male. Credere è porre le proprie speranze nella magnanimità del volere di dio ed io, io non credo in un dio interventista.Io non sono ateo. Non sono nemmeno agnostico, non attendo la prova inconfutabile dell'esistenza di dio per credere, ancor meno ne nego l'esistenza. E' diverso. Io ne contesto l'autorità. Il mio libero arbitrio, la mia vela e la mia zavorra, non mi permette di defezionare alle mie responsabilità in quanto essere umano; mi obbliga altresì a difendere i confini del mio cuore che è soltanto mio, il trono della mia anima, lo scrigno in cui custodisco i codici che mi permetteno di discernere il bene dal male, e dunque di conoscere il mondo. L'unico tesoro di cui riconosco il valore, e di cui posso disporre: La lente attraverso la quale leggo il mondo. Quella del dubbio. Perchè è l'unico mezzo che ho per decrittare il mondo, le sue leggi e le sue ombre, e così facendo cercare di compiere il mio destino: aprire i sigilli della mia stessa esistenza.