TheNesT

Stallo


Quasi non ho più parole nelle tasche, né pensieri concreti nella mente. Incespico apatico tra i miei doveri, e anche se sposto lo sguardo all'esterno, nulla davvero sembra muoversi. Ben più di un mese di incertezza immobile, a guardare il telegiornale. E nemmeno la primavera avanza di un passo, come in attesa che qualcosa succeda. Non succederà niente di che, come ad ogni stagione faremo un passo e a quel passo ne seguirà un'altro, e ci muoveremo finalmente. Ci sono stagioni così, in cui i raccolti non sembrano maturare mai, in cui le decisioni sono vischiose e apparentemente inutili.Una stanchezza odiosa avvelena intanto le persone, e nemmeno gli amici riconosco più. Il loro astio mi ferisce, mi offende ma loro incuranti continuano a vomitare bile che la pioggia impiega tutta la notte a lavare via.  Un occhio distratto fissa la superficie saltellante delle pozzanghere, e l'acqua che scorre nel tombino, e quell'occhio è il mio. Ci fu un tempo in cui le notti erano fatte per sognarle sorseggiando un caffé, ma i miei sogni ora li sogno sotto le coperte quando il sole veglia, e in questa inquieta calma nessuna attesa sembra avere più significato.