TheNesT

Come fosse una preghiera


Quest'estate che finisce in primavera, con i cieli cobalto e l'aria fresca che s'intrufola leggera tra le fessure di casa mia, scostando appena le tende quando entra, e con un refolo in cui vorticano le foglie degli ulivi, un passo di danza sul pavimento del balcone, quando se ne va. Io cammino a passi felpati sul pavimento, e sbircio tra le porte: a volte scorgo un pezzetto del mio futuro che sonnecchia abbandonato su una sdraietta di tela grezza, che dondola ad ogni sussulto del suo petto. Io trattengo il fiato per un momento, cercando di non farmi notare, e mi avvicino per dargli un bacio. Soltanto la cautela mi convince a desistere, a fermarmi a un palmo a guardarlo con gli occhi incantati ed imbambolati da tanto incanto, ma a lui non importa. Sogna sogni a cui non ho accesso, e a cui non ho diritto. E quando allungo la mia mano con la sua mano afferra una delle mie dita, distrattamente, come per mantenere l'equilibrio mentre la barca su cui ha imbarcato i suoi sogni beccheggia, sulle onde di un mare che mi sembra quasi di poter sentire sciabordare contro il legno bagnato. Un mare il cui profumo non ha niente da promettere, che non sia libertà. E su questo mare si riflette un cielo cobalto, ed entrambi restano chiusi dietro le sue palpebre, quest'estate che finisce in primavera, ed io non posso che seguirlo con lo sguardo, mentre distrattamente afferra una delle mie dita, e dondola la testa ad ogni respiro, ed io canticchio una canzone, come fosse una preghiera. Ovunque proteggi - Vinicio Capossela, 2006