Non c'è nulla, là fuori, che mi possa stare ad ascoltare.Guardo la bestia mansueta che ha generato le parole del post precedente, mentre dorme serena i suoi incubi ai miei piedi, a pochi passi dal giardino. Un sigaro che mi sono regalato (Capriccio infantile da uomo invecchiato) si consuma soffocando nella propria cenere. Soltanto un filo di fumo bianco, segnale che il tabacco ancora brucia, si alza verso il cielo, nel buio della notte. Questa notte intanto si è levata il lenzuolo di nuvole con cui tratteneva l'ultimo tepore dell'estate, e finalmente si vedono le stelle. Il mondo tace.Soltanto i motori dei frigoriferi ronzano indifferenti, negli angoli bui del bancone del bar. Senza giudicare. Io taccio.Persino le parole di cui sono fatti i miei incubi si sono perse nel buio della notte, persino la rabbia cieca e il dolore sordo, sono svaniti. La bestia si rigira nel suo sonno, ma non è oggi che si risveglierà. Mi resta soltanto la disillusione ormai logora da tanto ripetersi, che tanto evocare presagi non serva a niente, che la volontà di potenza prevalga sempre sulla necessità di un futuro migliore, che in fondo di tanto affanno non rimanga niente. Che neanche ululare alla luna la propria solitudine ci possa salvare da noi stessi, perché oggi la luna non c'è.Non c'è nessuno, là fuori, che mi possa stare ad ascoltare.Soltanto, fuliggine e stelle.
...soltanto fuliggine e stelle...
Non c'è nulla, là fuori, che mi possa stare ad ascoltare.Guardo la bestia mansueta che ha generato le parole del post precedente, mentre dorme serena i suoi incubi ai miei piedi, a pochi passi dal giardino. Un sigaro che mi sono regalato (Capriccio infantile da uomo invecchiato) si consuma soffocando nella propria cenere. Soltanto un filo di fumo bianco, segnale che il tabacco ancora brucia, si alza verso il cielo, nel buio della notte. Questa notte intanto si è levata il lenzuolo di nuvole con cui tratteneva l'ultimo tepore dell'estate, e finalmente si vedono le stelle. Il mondo tace.Soltanto i motori dei frigoriferi ronzano indifferenti, negli angoli bui del bancone del bar. Senza giudicare. Io taccio.Persino le parole di cui sono fatti i miei incubi si sono perse nel buio della notte, persino la rabbia cieca e il dolore sordo, sono svaniti. La bestia si rigira nel suo sonno, ma non è oggi che si risveglierà. Mi resta soltanto la disillusione ormai logora da tanto ripetersi, che tanto evocare presagi non serva a niente, che la volontà di potenza prevalga sempre sulla necessità di un futuro migliore, che in fondo di tanto affanno non rimanga niente. Che neanche ululare alla luna la propria solitudine ci possa salvare da noi stessi, perché oggi la luna non c'è.Non c'è nessuno, là fuori, che mi possa stare ad ascoltare.Soltanto, fuliggine e stelle.