Mi sono posto il dubbio molte volte, di dove le mie azioni (e beninteso: non azioni) mi avrebbero potuto portare. Mi sono chiesto spesso in quale posto sarei finito, in conseguenza alle mie decisioni.La risposta è semplice. Qui. Mi ergo in piedi sul mucchio crescente dei miei rimpianti, e da quest'altura vedo la sconfinata valle che mi circonda. Come tutti voi, cerco di convincermi che si: devo essere orgoglioso di quanto fatto, e di quel poco che ho raggiunto. Che ho poco o nulla di cui rimproverarmi. Forse è vero.Certo, quel poco che ho fatto avrei potuto farlo meglio, ma alla fine dei conti: a chi importa? Mi consolo pensando che in fondo non sarei andato tanto più lontano, ho le gambe troppo molli, e il fiato troppo corto, per immaginare di arrivare tanto più in là.E invece, no.Sono ancorato a questa terra dal peso dei miei rimpianti, più che dalle loro conseguenze. E sono tanto più colpevole dei chilometri che non ho percorso, piuttosto che delle volte che sono caduto in quelli che ho attraversato.Ad un certo punto, bisogna pur ammetterlo. Bisogna pur smettere di coltivare tanto autolesionismo.E chissà. Magari diventare un tantino più saggi.Semplicemente vivendo.
Destinazione
Mi sono posto il dubbio molte volte, di dove le mie azioni (e beninteso: non azioni) mi avrebbero potuto portare. Mi sono chiesto spesso in quale posto sarei finito, in conseguenza alle mie decisioni.La risposta è semplice. Qui. Mi ergo in piedi sul mucchio crescente dei miei rimpianti, e da quest'altura vedo la sconfinata valle che mi circonda. Come tutti voi, cerco di convincermi che si: devo essere orgoglioso di quanto fatto, e di quel poco che ho raggiunto. Che ho poco o nulla di cui rimproverarmi. Forse è vero.Certo, quel poco che ho fatto avrei potuto farlo meglio, ma alla fine dei conti: a chi importa? Mi consolo pensando che in fondo non sarei andato tanto più lontano, ho le gambe troppo molli, e il fiato troppo corto, per immaginare di arrivare tanto più in là.E invece, no.Sono ancorato a questa terra dal peso dei miei rimpianti, più che dalle loro conseguenze. E sono tanto più colpevole dei chilometri che non ho percorso, piuttosto che delle volte che sono caduto in quelli che ho attraversato.Ad un certo punto, bisogna pur ammetterlo. Bisogna pur smettere di coltivare tanto autolesionismo.E chissà. Magari diventare un tantino più saggi.Semplicemente vivendo.