Poso sul pavimento le poche parole che mi sono rimaste, cercando di non far rumore. Con la punta delle dita le trascino, e il fruscìo lieve delle parole contro la superficie liscia delle cose innonda la stanza, nella stessa assordante frequenza della Risonanza di Schumann. Il mio riflesso nello specchio sorride, ma non io. Dietro le sue spalle camminano sul posto coloro che mi furono cari, ma non vedo altro che le loro spalle che ondeggiano avanti e indietro, come a risalire una scala senza fine, e non vedo il loro volto. Intanto le mie dita si allungano e si moltiplicano, trascinando ognuna una parola fino a formare una frase con un senso: ma non dura che un istante, e già il senso delle parole è svanito, e le mie dita riprendono a trascinare le parole in giro per la stanza. La stanza è bianca, e si restringe. Lentamente attraversa l'apparente rettangolo dello specchio e passa dall'altra parte, dove il mio riflesso raccoglie le parole che intanto io ho perso, e ne ricompone l'ordine ma non il senso. E sorride.Sollevo le palpebre e con esse lo sguardo verso il soffitto, soltanto per scoprire che anche lassù c'è uno specchio identico al primo, che riflette la mia stanza e in essa anche me stesso; e come questa stanza, anche quella si riversa in questa lentamente, e la stessa cosa si ripete ad ogni lato della stanza.
C'è qualcuno?
Poso sul pavimento le poche parole che mi sono rimaste, cercando di non far rumore. Con la punta delle dita le trascino, e il fruscìo lieve delle parole contro la superficie liscia delle cose innonda la stanza, nella stessa assordante frequenza della Risonanza di Schumann. Il mio riflesso nello specchio sorride, ma non io. Dietro le sue spalle camminano sul posto coloro che mi furono cari, ma non vedo altro che le loro spalle che ondeggiano avanti e indietro, come a risalire una scala senza fine, e non vedo il loro volto. Intanto le mie dita si allungano e si moltiplicano, trascinando ognuna una parola fino a formare una frase con un senso: ma non dura che un istante, e già il senso delle parole è svanito, e le mie dita riprendono a trascinare le parole in giro per la stanza. La stanza è bianca, e si restringe. Lentamente attraversa l'apparente rettangolo dello specchio e passa dall'altra parte, dove il mio riflesso raccoglie le parole che intanto io ho perso, e ne ricompone l'ordine ma non il senso. E sorride.Sollevo le palpebre e con esse lo sguardo verso il soffitto, soltanto per scoprire che anche lassù c'è uno specchio identico al primo, che riflette la mia stanza e in essa anche me stesso; e come questa stanza, anche quella si riversa in questa lentamente, e la stessa cosa si ripete ad ogni lato della stanza.