TheNesT

Macchine da traduzione


Zittisco per qualche ora l'eco delle mie nevrosi, e rinchiudo i miei solipsismi nel luogo cui appartengono, e in cui dovrebbero stare: nel ripostiglio delle scope. Mi immergo con innecessaria dedizione alla traduzione di un articolo di giornale, che da tempo giace stampato nell'armadieto delle cose lasciate a metà, insieme ai desideri più venali che ho. Non sono sicuro di farne quel che avevo in mente, ma intanto le ore passano e non ho quasi pensieri. Trascrivo a scarabbocchi illeggibili parole che scopro dimenticate, lasciate a impolverarsi sulle mensole della mia memoria, inutilizzate. Chissà che alla fine non si riveli almeno un buon modo di rimettere in esercizio la testa, quel che basta per dimostrare di avere ancora qualche competenza funzionante, da poter vantare nel mio curriculum.E l'alba fa capolino dall'altro lato della strada, e nel cuore si scaldano parole che sembrano nuove, alleggerite dalla ruggine che il tempo ha depositato minerale tra gli intersizi dei loro significati. Ma si scaldano piano, al fuoco lento dell'alambicco in cui riposano, ed io dall'altro lato del vetro nelle vesti dell'alchimista le osservo riprendere vita.Ci vorrà ancora un po' di tempo.