TheNesT

I miei anelli


Per un capriccio infantile accarezzo ora le mie mani senza anelli, che giacciono sulla scrivania di fronte a me, perplessi di ritrovarsi liberi. Io li guardo e mi sembrano stranamente vuoti, come l'esuvia delle cicale. E le mani leggere, nude e pudiche, cercano di nascondere la cicatrice degli anelli sotto le altre dita, come se si vergognassero di mostrarsi spoglie. Fantastico di non averli mai avuti, questi anelli. O di averli regalati ad altre persone, e mi chiedo alla fine di quei percorsi fantasmagorici cosa avrei trovato. Se alla fine di uno di quei lunghi fili ci sarebbe stata della felicità: sfiorata ed assaggiata, magari poi smarrita. E ricordo, eccome se ricordo ancora, il momento esatto in cui ho lasciato cadere il capo di quel filo: il momento in cui l'ho slegato dalle mie mani ed ho colto altri fili, ho attraversato altri incroci e imboccato altre strade. E non riesco a sopportare il peso di aver avuto una possibilità, e di non averla colta.E sotto quel peso piego la testa contro le mani, e chiudo gli occhi dietro i palmi nudi delle mie mani.E i miei anelli giacciono ancora per qualche minuto vuoti e affranti, prima di riprendere il loro posto nelle mie dita.