TheNesT

Sottovoce


Questa notte ha nevicato sottovoce. Ha iniziato il suo monologo con una pioggia gelata, fini cristalli di ghiaccio che parevano sussurrare contro le foglie secche del bosco. Un coro sommesso di voci da bambini, che divertiti si dicevano l'un l'altro di fare silenzio. Ho chiuso le imposte, spento le luci. Mi sono concesso qualche minuto ancora davanti all'ultima finestra aperta sul prato, che diventava bianco lentamente. Ho cominciato a sognare ancora sveglio, soltanto voci che mi hanno chiamato nel letto, come sirene. Ho ceduto, perché ieri notte mi era concesso, e ho affondato questo scafo fra le lenzuola morbide di flanella. La luce soffusa dell'abat-jour, un libro sul comodino, e il sereno abbandono di chi potrebbe anche non risvegliarsi più, e sarebbe felice lo stesso. E nei miei sogni ho navigato su una piroga di legno chiaro, sulla corrente del fiume che separa i mondi dei miei sogni dal mondo della mia veglia, e da questa sottile piroga vedevo me stesso vivere le vite che nei miei sogni sono ancora possibili. Uno, due, tre risvegli nel cuore della notte: pause ristoratrici dalla fatica di viver sognando, e poi ecco reimmergermi là, in quel mondo che mi accoglie sempre senza domande. Il mattino ci ha ritrovato ricoperti da una coltre di silenzio e neve, che nella notte si è posata copiosa.