TheNesT

Riaprire le finestre, far entrare aria fresca


 Ho aspettato per giorni un momento per scrivere. E una volta arrivato il momento, ho sperato di avere qualcosa da dire. Ma che dire? Per giorni le nuvole che scorrevano nascoste nel buio dell'alba ci sono passate sopra, senza avere una goccia di pioggia né un fiocco di neve da lasciarci. Poi il freddo ha ceduto il passo, il ghiaccio si è ritirato e non è più tornato. Ancora indossiamo le giacche pensanti, ma sotto le sciarpe di lana hanno ceduto il passo, non viste, a quelle primaverili. E un bel giorno ecco spuntare il sole con qualche minuto di anticipo, e ora sornione avanza non visto un minuto per volta, intanto che il mondo dorme. L'inverno è finito, e poco importano le ultime folate gelide che soffiano da nord. I pettirossi sono riapparsi, insieme ai bucaneve. Qualcuno si azzarda a cantare, persino. Ieri pomeriggio la primavera ha soffiato leggera, fino a qui. E oggi come per ripicca l'inverno ha spinto le nuvole, arruffate e cariche di pioggia, e sul lago non si vede altro che la nebbia. Mi piace immaginarle così le stagioni. Come i bambini che ridacchiano e si fanno le linguacce l'un l'altro, mentre si spintonano nel corridoio prima di uscire da scuola.E intanto si sono accumulati i giorni, le settimane. Queste stesse parole sono invecchiate, dimenticate nelle fragili memorie a cui affidiamo gran parte dei nostri ricordi. Ho scritto, ho dimenticato di aver scritto, mi sono allontanato, sono ritornato e le ho ritrovate: impolverate da settimane, eppure guardo fuori dalla finestra e il mondo sembra non essere cambiato di un passo. Un solo foglio è caduto dal calendario, e quasi niente altro si è spostato dal mondo. Rileggo le notizie e ad esclusione della cronaca nera, niente si è compiuto. E' tutto un divenire, ma senza fretta di scrivere sulle pagine della storia. E' quasi un sollievo, in fondo.Il mondo non mi ha lasciato così tanto indietro.