TheNesT

L'ultima pagina


Non saprai mai quale sarà l'ultima parola della pagina, finché non l'avrai letta. E quando l'avrai letta sarà già troppo tardi, sarà stato un soffio e sarà già passata, al di là di un punto insormontabile. Ma l'ultima pagina è più facile da riconoscere: il libro si assottiglia, la trama si tende verso la fine, e il disegno si fa chiaro e forse, forse intuisci quello che verrà.I romanzi non somigliano per niente alla vita.Nella vita le cose smettono di dire, di accadere. Se i romanzi fossero davvero come la vita, finirebbero con pagine che si svuotano delle parole, con capitoli composti da pagine quasi bianche e intervallate qua e là da qualche parola sfilacciata. La vita non sempre finisce con frasi altisonanti, e quasi mai con rivelazioni assolute. La vita si esaurisce, il più delle volte. Altrettanto fanno i suoi capitoli. Avrebbero dovuto finire prima, molto prima. Ma alle pagine della propria vita ci  si affeziona, e si fatica a lasciarle svoltare.Anche questo diario ho faticato molto a lasciarlo andare. Le pagine si sono diradate nel calendario, hanno fatto in tempo a impolverarsi prima di essere sostituite dalle successive. Persino lo spazio che le accoglie lentamente smette di funzionare, di essere visto come un luogo da sfruttare, a modo suo da vivere. Se fosse una piazza, sarebbe la piazza di una periferia svuotata e impoverita, che non ha più alcunchè da offrire.La vita somiglia molto poco, ai romanzi.Eppure forse non è vero: perché anche alle cose della vita si sottrae la vita, prima di poterle dire concluse. Alla stessa maniera ai romanzi si sottraggono le parole, prima di poterli dire finiti. E il significato di quel che si è letto, così come quello di quel che si è vissuto, rimane chiuso, sepolto fra le pagine scritte di quel che è stato, e che anche se promette ritorni, sappiamo tutti che non ritornerà.Forse la vita somiglia davvero ai romanzi: E' tutto un lavoro di sottrazione, finché non si scrive la parola "Fine".