Pink Floyd

Echoes: Storia completa dei Pink Floyd, Glenn Povey


 Glenn PoveyEchoes: Storia completa dei Pink Floyd (Giunti, 368 pagine, 39 euro)Echoes: Storia completa dei Pink FloydGlenn Povey 
Solo i rockologi britannici, si direbbe, sono capaci di tanto. Per compilare, verificare, aggiornare questo suo diario “day by day” dei Pink Floyd, che arricchisce e completa un precedente lavoro scritto in coppia con Ian Russell (“Pink Floyd - Un sogno in technicolor”, Giunti, 1998), Glenn Povey ha trascorso parte della sua vita a spulciare archivi in biblioteca, a recuperare articoli di giornali, a intervistare musicisti, promoter ed editori di riviste, a collezionare locandine e poster di concerti (molti dei quali arricchiscono l’eccellente corredo iconografico del volume): anche perché, come sottolinea lui stesso con malcelato orgoglio nell’introduzione, la maggior parte del materiale è stata raccolta sul campo in epoca pre Internet, senza la comodità (e le insidie) di un pc e di una connessione elettronica con il mondo esterno. In “Echoes” i Floyd tacciono, al loro posto parlano date, luoghi e scalette. Povey annota con maniacale impegno non solo ogni esibizione di cui è venuto a conoscenza ma anche ogni seduta di registrazione, partecipazione a programma radiofonico o televisivo, pubblicazione discografica, comunicato stampa o cerimonia pubblica a cui almeno uno dei membri della band abbia presenziato, inquadrando la cronologia pazientemente ricostruita in una serie di utili capitoli introduttivi che danno senso e contesto alla storia. Nel farlo si avventura anche nel quasi ignoto, scovando tracce di Geoff Mott & the Mottoes (unico concerto confermato, l’11 marzo 1962 a una festa di ballo) e degli altri gruppi giovanili di Syd Barrett (gli Hollerin’ Blues, i Those Without), di David Gilmour (i Ramblers, i Jokers Wild), e di Waters, Mason e Wright (i Meggadeaths, gli Screaming Abdabs o più semplicemente Abdabs), nonché dei Leonard’s Lodgers, degli Spectrum Five e dei Tea Set che anticipano di poco la nascita a Londra dei Pink Floyd. Ci si spolvera la memoria anche sui primi concerti italiani del gruppo (giovedì 18 e venerdì 19 aprile 1968 al Piper di Roma), scorrendo un’agenda inizialmente frenetica e poi sempre più diradata che parte dalle sale da ballo e dai pub di Cambridge per approdare al circuito dei college e dei club inglesi e di lì ai teatri, alle arene e agli stadi di tutto il mondo. Si arriva fino agli ultimi tour di Gilmour e Waters, e non bastasse c’è anche una dettagliatissima discografia che include promo radiofonici e acetati. L’avrete capito: “Echoes” è un “reference book” imprescindibile per i fan dei Floyd, e colloca Povey su un piano simile a quello che Mark Lewisohn occupa nella pubblicistica dedicata ai Beatles. E’ anche graficamente accattivante, ricco, colorato, elegante e vale sicuramente i 39 euro richiesti: speriamo solo che in sede di ristampa venga corretto il brutto refuso in quarta di copertina, che data il concerto del Live 8 al 2007.