The Truman Show

Timido ubriaco


Sapevo così poco di teche mi son fatto bastare la tua ironiae le tue parole sfuggenti,rugiada frescaper le mie labbra screpolate(sono uno che si accontenta…)La tua smania di salvare il mondo,antidoto alla mia armatura di cristallo,ha accarezzato in me antichi ricordiE quando mi hai sorrisoingenua e maliziosahai rianimato il mio cuore malatoCaldo raggio di sole,aspettavo che rischiarassiil mio inverno borealeEri tu, amore.Ti ho riconosciuta tardie inconsapevolmente audaceho gridato il tuo nomenulla avendo più da perdereMa avevo pauradi illudermidi non speraredi dire le parole sbagliate e perdertidi dire quelle giuste e averticontro la tua volontàE quella notteho pianto lacrime di gioiaper i tuoi baci senza fine.Poi, improvviso e inesorabile,un muro mi ha tagliato fuoridalla felicità che ci attendevaE i figli che non avremo piùmi guardano, ora, con i tuoi occhidal buio che avvolge anche teSi dileguano i contorni del tuo visotrattenerne il ricordo mi affaticaSei ancora qui:un pensiero che all’albami viene a cercareDa lontano, mi chiedi come stoSono un astemio ubriacoin cerca del suo vecchio equilibrioe bevo a piccoli sorsi interrottinon potendone più fare a menoil liquore amaro che mi hai distillatoTemendo le rispostenon domando più nullaalle tue labbra di granitoVorrei averti ancorao non averti mai avutaperché non riesco a dimenticarti.