The Truman Show

In morte di Erich Priebke, condannato dalla Storia!


E' morto Erich Priebke, il boia dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Fu tra coloro che, il 24 marzo del 1944, uccisero 335 persone, tra militari e civili italiani, come rappresaglia per la morte di 33 tedeschi, uccisi dai partigiani romani, in via Rasella.E' morto a 100 anni, senza aver mai rinnegato il proprio immondo passato e, soprattutto, senza aver mai espresso una sola parola di cordoglio per le sue vittime e per i parenti di tutte le vittime della Shoa.E' morto mentre stava scontando una condanna all'ergastolo, in regime di detenzione domiciliare, che gli era stata inflitta da un Tribunale militare italiano.Peccato che, per arrivare a quella giusta sentenza di condanna, si sia dovuto assistere ad una pagina davvero triste e inaccettabile in uno Stato di diritto, con i giudici asserragliati in camera di consiglio per sfuggire alle rimostranze della folla inferocita e l'intervento dell'allora ministro della giustizia, Flick, per porre nel nulla la sentenza che dichiarava la prescrizione del reato ed ordinava la scarcerazione dell'imputato.Adesso che Priebke è morto, è accaduto un altro brutto episodio, che non avremmo voluto vedere perchè è indegno di un paese civile: da una parte, manifestanti antifascisti che prendono a calci e pugni il feretro, sputando e inveendo nei confronti di un cadavere per impedire la celebrazione del rito funebre e, dall'altra, i soliti gruppi nostalgici di neonazisti che trasformano il funerale di un criminale di guerra nell'ennesima occasione per manifestare le loro folli idee negazioniste.Personalmente, devo dire che ciò che ho visto non mi è piaciuto: in un paese civile, non si impedisce con la forza un funerale (anche se le autorità locali dovevano fare in modo che il rito funebre non si trasformasse in una immonda manifestazione neonaziosta).Non si tratta ripartire ragioni e torti, né di riscrivere la Storia, che ha già condannato - senza appello - Priebke e chi coltiva ancora il sogno di uno Stato totalitario e assolutista.Si tratta di manifestare il proprio pensiero senza fare ricorso alla violenza, di non dare adito a confusioni di sorta, di non sporcare con gesti insulsi la nobilità delle proprie idee: invece delle grida sguaiate e degli scontri di piazza in cui si mescolano fino quasi a confondersi i buoni ed i cattivi, avrei trovato decisamente più alto e più nobile vedere quel carro funebre sfilare tra due ali composte di persone che, in un silenzio agghiacciante, contrapponendo all'odio e alla follia altrui tutta la propria dignità, mostrando ciascuna la fotografia di una delle tante, troppe vittime innocenti dell'odio nazista e reggendo insieme lunghi striscioni di protesta, avessero lanciato al mondo il loro messaggio, fermo ma civile: "Viva la Costituzione dello Stato Italiano!", "Noi non dimentichiamo", "Perchè ciò che è accaduto non avvenga mai più", "Ora e sempre, antifascisti!" "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione!"Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione