The Truman Show

"Chopin"


Me le ricordo. Sì, anch’io me le ricordo bene tutte le volte che ci siamo visti, e non solo perché sono state soltanto tre.La prima volta, quando ci siamo conosciuti, mi hai sorpreso: frastornato dalla tua “freschezza” e dalla tua infantile leggerezza, ho pensato che non potevi andare bene per me, perché avresti messo irrimediabilmente in crisi le mie piccole certezze e la mia vita tranquilla.La seconda volta, mi hai emozionato: ho avuto la sensazione di conoscerti nella tua disarmante semplicità e, se chiudo gli occhi, mi sembra ancora di vederti in quella sera autunnale, mentre te ne torni da sola, verso l'albergo, con la tua cena infilata in un sacchetto. Ti fermi a parlare con me, davanti al cancello, per farmi compagnia, in attesa che i miei amici passino a prendermi e l'unica cosa 'intelligente' che mi viene da pensare, ma che non ho il coraggio di dire - mentre parliamo delle tue amiche che ti aspettano a Milano, dei tuoi impegni futuri di studio e delle mie 'interessanti prospettive per il futuro' - è che preferirei prolungare quei minuti e dividere con te quel panino ormai freddo e immangiabile, se solo potessimo rimanere a parlare ancora così.La terza volta, mi hai conquistato: ho capito che mi avresti sconvolto la vita, ma che la cosa non mi sarebbe affatto dispiaciuta. E mi hai fatto capire che, nonostante ti piaccia apparire immatura e distratta, avresti potuto prenderti cura di me, molto più di quanto io non avrei potuto prendermi cura di te!Potrei raccontare mille piccoli particolari di queste 'tre volte', mettere in fila i tanti ricordi che abitano ormai dentro di me e che lì resteranno, qualunque cosa succederà: ne verrebbe fuori un libro di mille pagine. Ma non lo faccio, perché quel libro voglio scriverlo soltanto per me e preferisco sfogliarlo da solo. Vorrei che ti vedessi, come ti vedo io:intrigante e sensuale come una principessa d’Oriente,intelligente ed ironicasemplice e complicataelegante come un gattosfuggente come una biscia.Mi piaci quando dici di voler sfidare il mondo,confidando soltanto sulle tue forze(io non ho il tuo coraggio, né la tua incoscienza).E sei adorabile quando cerchi di nascondereagli altri ed a te stessala paura di apparire fragile.Vorrei che tutti i tuoi sorrisi li riservassi a me,perché sei terribilmente bella quando sorridi.Ma sarei pronto a scommettereche sei altrettanto bella anche quando piangi!Una volta, sono riuscito a farti ridere(sono bravo in questo, almeno in questo!)e mi è rimasto, indelebile, il ricordo delle tue labbradolci e invitanti, leggermente socchiuse,porte misteriose per sconosciuti universi.E la luce dei tuoi occhi si è impressa, ardente, nella mia memoriacome il colore del grano.Mi piacerebbe che di me tu fossi gelosacome lo sono io, di teo anche la metà:saresti irresistibile, se mi rimproverassicercando di non ridereper ciò che non ho fatto.E se poi, litigando, mi tenessi il musofiera e dispettosa come una scimmiaci basterebbe uno sguardoper tornare a fare pace.Vorrei che entrassi nella mia vita banale e prevedibilee che la sconvolgessi,allo stesso modo in cui sei entrata nei miei sognie hai turbato le mie notti:la tua follia infantile metterebbe in crisi il mio equilibrio apparente,come un improvviso colpo di ventoche soffiasse tra i miei fogli ordinati.Sei il caos e la tempesta,la mia salvezza e il mio rifugio;sei un raggio di solein una mattina d’inverno,la primavera che tarda ad arrivare:tutto quello che voglio e che ho sempre desiderato,tutto quello che mi manca e che cercavo da tempo.Vorrei che mi vedessi,come ti vedo io:con gli occhi di un bambinoche intuisce, senza capire,perché tutto debba essere sempre così difficile!Vorrei che mi vedessi,come non sono,ma avrei voluto essere.No, non mi illudo.Queste parole non ti faranno innamorare di me.Continuerò ad essere, per te,ciò che, purtroppo, sono sempre stato:un amico, forse, e magari un confidente.Ma va bene così,accetto di buon grado ciò che non posso cambiare:anche così è stato bello il nostro breve viaggio!