Wind of Change

Truth or Consequences - 1° di 4


Sento che debbo scrivere.Debbo farlo perchè c'è disordine.Come spesso mi accade di fare, penserò scrivendo.Quindi, ora come ora, non so cosa dirò; non so che uscirà dalle mie dita, ho solo una certezza... perchè, quando comincia così, ... finisce sempre in un "postone".;-)Succede un po' come se, togliendo il "MUTE" ai miei pensieri, questi, invece che farsi sentire nel suono di una voce, apparissero sotto forma di caratteri.Credo di non essere unico in questo; penso capiti a molti. Probabilmente a quelli che, con una tastiera, hanno avuto a che fare da tempo.Venticinquenne, per fare il punto, avevo bisogno di fogli A4 candidi, tavolo sgombro, pennarello a punta fine, rigorosamente nero. Sfondo bianco, concetti in nero. Tratto Sottile; per poter esser tagliente.Le Tastiere mi deconcentravano. I monitor, con i caratterini su 25 righe divise in 80 colonne di allora, mi bloccavano le idee.Al raddoppio d'età constato l'opposto.La carta mi indispone. Rinuncio al tattile, in ciò che scrivo ora.Adoro l'indecisione di colori e sfumature tanto cangianti quanto ingovernabili dei Liquid Cristal Display.Mi rilassa lo sfondo nero ed i caratteri grigio chiari o, raramente, persino grigio scuri.Il Times New Roman è la mia endorfina.Agisce sui miei neuroni.Come allora il Tratto Clip Nero.Ho sempre annodato tutti i fili.Chi da un po' mi legge lo sa.Non passa nulla.Ma ora, ora che dovrebbe esser tutto finito... me ne trovo molti pendenti.Fili persi, non so bene da dove giungano, e non so neppure dove se ne vadano.Serve far ordine.E' una mia fissa l'ordine qui. ;-)Era illusione pensare, come pensai e come pensarono in molti, che al cessate il fuoco ci si mettesse tutti a ballare il Boogie-Woogie ed a fumar le Lucy Strike col pacchetto bianco (perchè "the Green has gone to war") lanciate da uno Yankee a cavallo di una jeep che attraversava il Corso principale della città.Quell'idea è quella che ti entra in testa a guardar troppo History Channel.La realtà è un'altra.La realtà è che terminata la sbornia del conflitto, c'è da gestire il quotidiano;  c'è da mappare gli attori; capirne i moventi e le aspettative.Affari Interni e Politica Estera ecco che cosa dovrei sorbirmi ora. Ecco ciò che ti attende dopo che le armi sono state riconsegnate e detenerle è reato.Vediamo di meglio comprendere questo nuovo assetto.Prima di tutto ci sono i tuoi soldati. Appena vinci diventi veterano e lo diventano loro con te.A me non è mai piaciuto il termine "veterano". Un soldato, nella filmografia di guerra perlomeno, che poi per mia fortuna è l'unica lente di osservazione che abbia mai avuto sui conflitti, è sempre descritto come eroe o come vittima.Eroe o Vittima di una cosa chiamata Guerra.E siccome una vittima di qualcosa di troppo grande si trasforma facilmente di nuovo in eroe...Ecco che un soldato, in ultima analisi, pur essendo sempre null'altro che una vittima, vien percepito spesso come un eroe.Veterano invece è un termine che non mi appassiona.Vero che la mia unica fonte in materia sono i canali 300 (film) e 400 (documentari) di Sky; ma sta di fatto che lì, un veterano mica ne esce bene. Nella mia testa fa rima con sindrome; riecheggia di incubi. Me lo immagino in in sonno agitato, umido di freddo sudore.Ogni notte svegliarsi con un sobbalzo. Con un colpo di reni ed occhi sgranati, lo vedo sedersi sul letto e, dopo poco, quando l'incubo, percepito come realtà insopportabile torna ad essere quello che era realmente, recuperando la dimensione di un ricordo distorto dal sogno, immagino i suoi lineamenti, contratti dalla tensione, sciogliersi in una non meno preoccupante maschera di impotente tristezza. Nulla da fare; un veterano lo associo alla necessità di elaborare un vissuto.Vittima di una storia che gli è cascata addosso e lo ha trasformato da eroe percepito a vittima.Una mezza patologia insomma.Da cercar di guarirci o, meglio, di non ammalarcisi.Questo per dire che ci son due modi per scendere dalla rampa di quell'aviotrasporto-truppe che è appena atterrato a pochi kilometri da casa.Il primo è col sorriso. Uscire dalla carlinga di quell' Hercules C-130 marciando assieme agli altri.Osservare il "cielo, che è della stessa aria... ma è altrove" (liberamente tratto da facciolostronzo (c) n.d.r.   Ahhahhahh... ) e quell' "altrove" è "casa".Marciare verso l'uscita dell'aereoporto, riconsegnar divise, riprendersi gli abiti civili e rimetterseli.Sorridere nel veder banditi, dai propri abiti e da quelli dei propri ex compagni di battaglia, il verde militare ed il tessuto mimetico. Perche il verde, se alla guerra c'è andato come quel pacchetto di bionde, ti va bene che là resti.Ora è il momento di riscoprire che una camicia può anche esser chiara e casomai pure a righine e che esistono ancora jeans e mocassini.Riaccorgersi che i tessuti possono esser lisci, morbidi e delicati e non ruvidi, rigidi ed indistruttibili.Terminare di essere un militare per ricominciare ad essere un civile.Diciamo: un Civile con un trascorso Militare.Il Secondo modo di scender dalla rampa è con l'espressione del viso preoccupata.Togliersi e riconsegnare la divisa come se ci si togliesse e si consegnasse ad estranei un grande pezzo di se.Sentire che si riconsegna all'esercito, assieme alle armi, assieme a mimetiche e zaino, anche una parte di noi e sentire che ciò che resta non è in grado di rioccupare di quel vuoto e di colmarlo.Come trovarsi ad essere un civile solo perchè qualcuno, quella guerra, l'ha finita senza sentire se eri daccordo. Facendo sì che su quella lattina volante tenuta in aria da quattro Rolls-Royce AE 2100 tu ti ci sia sentito spinto dentro a forza per poi essere, sempre a forza, rigettato tra persone che son vestite tutte diverse.Rigettato in una diversa guerra dove ogni soldato che incontri sarebbe da Corte Marziale anche solo per il semplice fatto che, non avendo divisa, non puoi facilmente capire se ti è amico o nemico. Diciamo: un Militare con un forzato presente da Civile.Questo non è un bene. Questo non va bene.La realtà è più semplice, è più banale.La guerra è finita.Perciò far festa non è lecito, è doveroso.Si ha il diritto di ubriacarsi la prima notte da civili.E a chi ti da dell'ubriacone per una notte di baldoria; probabilmente non l'ha vissuto e neppure capito che è sucesso e quindi non fa nulla.Ma il giorno dopo, alla seconda camicia e pantaloni civili, devi essere uno che i vestiti del giorno prima li infila nella lavatrice di casa felice di non aver a che fare con la lavanderia del campo.Uno che ora deve incastrare nelle 24 ore lavoro amicizia e svago e non napalm, mitragliatrice, elicotteri e branda.A guerra finita, conclusa e vinta... che dire alle truppe se non che la strada qui finisce?Che oltre c'è il nulla.E nel nulla io non ci vado.E non vi ci porto.Sarebbe follia.Sarebbe chiuder nel peggiore dei modi una avventura che è andata nel migliore dei modi.Una avventura che ci ha coinvolto, entusiamato e fatto conoscere.Sapreste proporre di meglio ?Eiste un finale migliore ?Naaa... possimo solo peggiorare.Non facciamolo.