The Fairy Round

Cambridge (e Londra): persone ed emozioni (1)


Siete passati con me attraverso lo specchio, come Alice, per entrare nell’atmosfera profumata di tiglio che ho respirato a Cambridge (e a Londra) durante la mia recente (e afosa) trasferta.Ora siete pronti a incontrare i compagni di viaggio e di avventura.E qui ci spostiamo direttamente in un altro libro, perché li vedo decisamente meglio in “Alice nel Paese delle meraviglie”... Il Bianconiglio, la Regina di Cuori, e soprattutto il mitico Cappellaio... ci ritraggono bene, perché un po’ bizzarri e svitati lo eravamo tutti.Del resto eravamo prevalentemente psicologi (o comunque “aventi a che fare”) e ho sempre ritenuto molto veritiero quel dialogo appeso nello studio di un collega. Uno psicologo dice a un suo amico: “Lascialo dire a me che sono del mestiere! Il mondo è pieno di pazzi!” e l’amico risponde: “Il problema è che diventano tutti psicologi”.Chi ci ha incontrati, anche solo di sfuggita, durante questi giorni ha potuto constatare la saggezza di tale affermazione...Formalmente il viaggio aveva (o avrebbe dovuto avere) come scopo primario la partecipazione a un convegno sulla metacognizione (per una dettagliata discussione sul significato del termine si veda il blog di Morton0). E il nostro gruppo ha presentato ben tre lavori (applausi prego ) – che hanno riscosso anche una buona accoglienza.Il bello dei convegni è che – almeno da come li ho sempre vissuti io, e in 8 anni che faccio questo lavoro ne ho passati tanti di convegni in giro per il mondo – è che sembrano essere tarati, almeno nella fase preparatoria, su un mix tra “Vita spericolata” di Vasco e “Emozioni” di Battisti.Uno cerca (davvero!) di organizzarsi per tempo. Si dice: “Questa volta non mi fregate! Il convegno è a luglio? E io avrò tutto pronto all’inizio di giugno”. E lo si dice credendoci, davvero. Poi succede come questa volta.... Per uno dei lavori ci siamo trovati a rifare tutte le analisi statistiche (per un errore cretino) il giorno prima della partenza. Non vi dico con che agio abbiamo sistemato la presentazione. Per un altro lavoro mi sono accorta poche ore prima di dover presentare il contributo di una frase lasciata in sospeso... Potevo venderlo come sofisticato artificio retorico, ma non mi pareva bello. E per il terzo lavoro eravamo perse fino a due giorni prima della partenza per trovare un modo statisticamente sensato per analizzare i dati e poi interpretarli in modo almeno vagamente logico e giustificabile.“Tu chiamale se vuoi... emozioni...”.Poi è andato tutto bene.... A riprova della serietà con cui abbiamo proposto i nostri lavori ecco testimonianze relative al poster di Morton0 (e un pochino anche mio: vi prego di notare le nostre esporesisoni impassibili da veri scienziati quali siamo, e soprattutto la mia serissima gonna “HollyHobbie” – la prossima volta metto anche il cappellino con i nastri), e anche al mio paper. Pare che continuassi a muovermi qua e là (saranno i 16 anni di danza o l’animo rapsodico?) tanto da rendere impossibile fare foto non mosse..... Un’altra cosa che caratterizza i convegni è quest’aura di scientificità che pervade ogni ora della gironata e porta a discutere di ricerca in ogni momento. Naturalmente anche noi ci siamo adeguati di buon grado a questo clima, come ben si evince da questa foto di una nostra tipica serata. Per la cronaca nel pub sopra riportato due di noi sono pure riuscite a farsi abbordare da un ubriacone locale che, evidentemente interessato a un modo per potenziare i suoi processi metacognitivi di monitoraggio e controllo (e in effetti ne aveva bisogno) voleva a tutti i costi il numero di telefono di una di noi. Solo che era talmente andato che non si capiva di chi voleva il telefono.... (meglio così............).Altra caratteristica di questi eventi internazionali è l’eleganza e la raffinatezza nel vestire che contraddistinguono i partecipanti, qualche che sia il paese di provenienza.Tanto per darvi un’idea, ecco come si sono presentati alcuni dei congressisti alla cena sociale di fine convegno (cena splendida in uno dei college di Cambridge: sembrava di essere a alla scuola di Harry Potter, con le tavolate, i docenti messi perpendicolari a fare seri discorsi introduttivi... l’organizzatore con la barba biancha che sembrva Dumbledore, il coordinatore che aveva la stazza di Hagrid... Peccato che il cibo non si materializzasse da solo...).E forse se ci avesero dato l’uniforme sarebbe stato meglio...Senza ci siamo ritrovati così...Anche i locali però avevano le loro idee sull’eleganza. Ad esempio andando a fare un giretto sulle canoe tipiche di Cambridge – quelle che si guidano tipo gondola veneziana (ne parlerò più diffusamente nel post successivo) – ho notato come i ragazzi che fanno da vogatori tendono ad avere problemi nella scelta della taglia dei pantaloni, che generalemnte sono troppo larghi, con effetti simili a quello della foto che segue. Magari il tutto è dovuto all’intensa attività fisica... Comunque in generale questa abitudine non è risultata sgradevole a nessuna componente femminile del gruppo.....Tante emozioni, tanta serietà, tanto impegno cognitivo rischiano di mettere alla prova la resistenza fisica del bravo psicolo... Ma noi avevamo le nostre armi segrete! Massaggi mirati per mal di spalle, mal di testa, mani gonfie eccetra... Il tutto portato avanti con la serietà che, ormai lo avrete capito, ci contraddistingue. L’importante poi è rimanere sempre vigili e pronti a reagire nella maniera migliore a ogni stimolo... E noi si questo siamo stati un fulgido esempio! E poi.... a conclusione di tanto convolgimento (meta) cognitivo.... un po’ di turismo non poteva mancare. Così per concludere questo post (che spero vi abbia regalato un’idea del gruppo di folli psicologi che ha imperversato recentemente in Inghilterra) ecco una nostra foto modello gita scolastica a Londra. Vi prego di notare le mie treccine da Pippi Calzelunghe – l’eleganza è fatta di piccoli particolari.......  A presto per la terza e ultima puntata della trasferta inglese.B.