The last

Oggi mi sento come un ruscello che scende da una montagna.

Seguo la pendenza e non posso uscire dal mio corso d’acqua.

D’altronde come
potrei farlo da solo?

La cosa peggiore è che sono ancora in alto.

E vedo, a
valle, dove andrò a finire…

Quasi tutti quelli che mi conoscono mi conoscono come una
persona felice e allegra. Devo esser proprio un grande attore. Uno che sa
calarsi bene nella parte. Nascondo dietro la mia maschera la mia infelicità e
il vuoto che ho dentro.

Oggi però non ci sono riuscito. Stavo accompagnando a
casa un’amica, e quando, chiacchierando,
 mi ha detto che io ero una persona
felice, improvvisamente la maschera mi è scivolata dalle mani e il trucco si è
sciolto. Nonostante fosse buio e stessi guidando la mia tristezza è risultata
troppo evidente…poco dopo l’ho lasciata a casa sua, ma il mio sorriso ormai non
aveva più credibilità e senza dargli spiegazioni sono tornato a casa a rifarmi
il trucco…

Quando ho bisogno di fuggire dai miei pensieri prendo la
bici e scappo per le colline attorno alla mia città. Sono passato davanti ad un
piccolo cimitero di un paesetto. C’era molta gente che usciva da un funerale. Doveva
esser qualcuno di conosciuto, perché sembrava ci fosse l’intero paese. Ora che
tutto era finito la gente ritornava verso il paese. Era un bel sabato di sole e
tutti volevano chiaramente lasciare la morte chiusa nel cimitero. Io li ho superati
tutti pedalando. Ho superato la mamma con il suo bimbo in carrozzina, la coppia
di fidanzatini a braccetto, il gruppo di uomini che chiacchierando pensava già
all’imminente pranzo. Nell’aria si sentiva quasi un clima di allegria…tutti
dobbiamo morire, ma fortunatamente siamo bravissimi a dimenticarlo.

A distanza di un mese non sento quasi più dolore. Il passare del tempo lo ha affievolito e ora mi sembra lontano, come un punto all'orizzonte che si riesce a vedere solo concentrandosi. Oppure no? Forse il dolore è sempre lì. Vivo e forte come il primo giorno, e sono io che mi ci sono abituato. Un pò come ci si abitua ad un rumore di sottofondo e si finisce quasi per non sentirlo. Forse succede proprio questo. Ogni nuovo dolore che proviamo si accumula nel nostro cuore. Noi ci abituiamo alla sua presenza, e ci sembra di star bene, ma in realtà il nostro animo si è piegato un pò di più sotto il suo peso.
E se un giorno, d'improvviso, questo meccanismo non funzionasse più? Se tutte le delusioni accumulate si rifacessero sentire contemporaneamente in tutta la loro crudele forza? Ho paura, perchè temo che non reggerei all'impatto.

Mi sono fermato. Mi sono girato e ho visto il mio passato. Ho visto in lontananza le gioie passate, le speranze avute e  le delusioni subite. E mi sono accorto che il tempo è passato molto in fretta. Sembra che le ore, i giorni, i mesi stiano gareggiando per arrivare ad un traguardo. Ma quale? La vita talvolta mi sembra come una camminata in montagna: in salita, spesso piena di difficoltà e talvolta di pericoli. Ma mentre in una camminata in montagna non vedo l'ora di arrivare alla cima, nella vita vorrei prendermela con calma. E invece mi sembra di correre, di intravedere già l'ultima vetta. E così mi sono fermato. Mi sono seduto a guardare la valle: ora sono stanco e vorrei poter non ripartire.