Thesexybride2

Post N° 154


DIARIO DI UNA MADRESe le madri avessero il coraggio di lasciare tracce della loro vita come dono per le figlie, forse alcuni errori si potrebbero evitare. Ci sono due volte in cui si è donne bambine. A diciotto anni nel corpo, per forza.A sessant’anni nella testa, per debolezza. Il tempo di diverte a rovesciare la clessidra. A me sono tornate persino le paure di quando ero piccola, il buio. Io pensavo che il buio fosse complice dei mostri, che li nascondesse nella pancia.Ci sono paure che neanche l’evoluzione cancella.C’era un gioco con cui sono cresciuta, un gioco di coraggio. Ce l’aveva spiegato Flavia. Livia e io l’ascoltavamo attente, Flavia era la piu’ grande.  “Dovete nascondervi, io resto fuori dalla stanza, poi al buio mi chiamate e io entro a cercarvi. La prima che trovo ha perso e si riaccende la luce”.Mi sono messa dietro a un comodino, Livia mi guardava da sotto il letto.Il buio ci ha separate in un attimo.“Flavia, entra!” ha urlato Livia.Io no, non potevo urlare. Era il buio di fuori o quello di dentro a spaventarmi? Me ne stavo li, rannicchiata, aspettando, sperando di essere trovata subito, di perdere per prima, cosi si accendeva la luce e basta.Non ho mai pensato di alzarmi e premere l’interrutore. La salvezza, se arriva, viene dall’esterno. Il gioco che faccio in questi giorni è simile.Anche adesso sto al buio, per far venire allo scoperto le ombreche agitano in me o che, forse, mi sono state accanto. Le riunisco ogni giorno, le guardo in faccia per raccontarle. E anche adesso non sono capace di accendere la luce. La salvezza, se arriva, verra’ da te.Ti racconto un male che potrebbe essere il tuo e allora prendilo in tempo e combattilo.Giulia Carcasi