Thesexybride2

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Un' età di scelte e di indecisioni, i trentacinque anni. Se ne accorge Francesca, che una sera decide di cominciare a scrivere, per raccontare innanzitutto a se stessa che cosa sta accadendo nella sua vita. Perché scrivendo, dice, «scopro cose di me in maniera più evidente». «Io è da un anno che cerco di lasciare mio marito e non ci riesco», annota, quasi incredula. Forse sta vivendo la «vita addormentata» di una Biancaneve che ha mangiato la mela avvelenata, mentre intorno a lei c' è chi invece prende decisioni sconvolgenti: come il vicino di casa, un uomo dalla vita difficile e precaria, che «ieri si è buttato di sotto ed è morto». Così inizia il racconto La mela rossa di Fabio Volo.Francesca, una donna che si trova a una certa età e si sente priva di sensazioni, di emozioni. Vorrebbe lasciare il marito Andrea, ma non lo fa perché pensa "e se dopo mi pento? Cosa faccio? Ho quasi 40 anni, poi è difficile costruire di nuovo un' intimità, un rapporto...». Ho notato che le donne hanno questa fortissima capacità di sopportare. Loro imparano a sopportare prima il padre, poi il marito, il lavoro...»  Ritornano quindi anche in questo racconto i temi più amati da Volo, la crisi generazionale, la svolta, la ricerca di qualcosa di vero da vivere: ma i trentenni che dicevano di voler «cambiare la vita immediatamente, totalmente, radicalmente», forse stanno crescendo, e da trenta-quarantenni hanno imparato a frenare. Insomma, come Nico in Esco a fare due passi, anche Francesca si trova a un punto della vita in cui si domanda «Che cavolo faccio qui?». Ma invece di rispondere come la figura drammatica e coraggiosa di Federico in Un posto nel mondo, gridando «Voglio prendere in mano i fili della mia vita. (...) Voglio scendere, capire ciò che voglio realmente», Francesca esita. «Perché la paranoia di Francesca - riprende a spiegarci lo scrittore - e di tutti, oggi, è rimanere soli. Diventare vecchi e non avere nessuno. Lo dice, infatti, "A volte mi dimentico che la vita è solamente una". Ed è tutto così veloce che alla fine ti giri e dietro di te c' è come un unico giorno, un giorno solamente, che è sempre quello».
Ma forse Francesca teme di diventare quel tipo di donna che un altro personaggio di Volo, il Francesco detto Checco del romanzo È una vita che ti aspetto, metteva tra le esperienze poco felici in amore e definiva «una donna secondo turno»: «Quelle che intorno ai venti-venticinque anni si erano sposate e (...) verso i trenta si erano separate. La categoria "donne secondo turno" offriva donne con meno pretese, più disilluse e con la sensazione di aver perso qualcosa in quegli anni di matrimonio». Somiglia in effetti un po' a Checco, la protagonista: senza le ansie del ragazzo, ma con lo stesso stupore di chi cerca ogni indizio dei propri sentimenti («Voglio essere onesta e leale fino in fondo»), mostra tutti i tic di una certa «femminilità», non meno tipici di quelli maschili; anche se lo fa con l' ironia che è la cifra stilistica di Volo. Sono i passaggi più lievi e comici: quando nell' elenco dei motivi per cui non lascia il marito, Francesca infila anche il fatto che le spiace «diventare una serie di aggettivi: l' ex moglie, la stronza, la-senza-cuore-che-mi-ha-piantato-all'improvviso-dopo-quasi-sei-anni-dimatrimonio».Francesca scoprirà che "la felicità è nata gemella", amando un altro uomo, Lorenzo. Un risveglio dei sensi che insegna per contrappunto come certi rapporti, invece, siano come la «mela rossa» del titolo: «Tu la prendi (...) e non ti accorgi che pian piano sparisci, ti annulli, diventi una sonnambula». «Sì, la mela rossa è questa - conclude Fabio Volo -: io e te stiamo insieme, ci amiamo, e tu vuoi andare a New York per un lavoro. Ma io ti dico "no, ti amo, rimani". Significa avere potere sulla vita di un altro, ma fargli un danno invece di aiutarlo a essere se stesso». E chissà se Francesca troverà il coraggio di cambiare vita o accetterà ancora la mela rossa del sopore sentimentale.PLAY