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Scopri il "Coralligeno"!

Post n°12 pubblicato il 04 Maggio 2012 da angeladevergori
 

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Cosa caratterizzerà le immersioni di un visitatore subacqueo nei mari salentini? Non è mia intenzione tessere delle lodi esagerate a scopo promozionale, né fare una dissertazione scientifica, proverò semplicemente a segnalare ciò che rende “speciale” la vacanza sub in Salento. Da appassionata ad appassionati.

Il coralligeno abbondante e multicolore è ciò che colpisce e resta nel cuore. Da questo ambiente molto particolare fu attratto il Prof. Pietro Parenzan, che vi si dedicò sin dagli anni 60. Al nome di questo studioso è infatti dedicato un piccolo museo a Porto Cesareo che può interessare i visitatori più sensibili e attenti.

Del coralligeno colpisce la rigogliosità. Si osserva una sovrapposizione di alghe , spugne e antozoi dai più disparati colori, dal rosso al  blu, che ne fanno uno degli scenari più belli del Mediterraneo.

Le alghe coralline con i loro talli calcarei si insediano per prime sui substrati rocciosi. Quando l’alga muore i talli, come scheletri intrecciati, restano comunque sulla roccia e vengono coperti da altri talli, a loro volta ricoperti da altre alghe.

Assieme alle alghe coralline, poriferi, cnidari, briozoi, molluschi, anellidi con scheletro calcareo, o di altra natura, concorrono alla formazione del coralligeno. In questo ambiente si sviluppano le foreste di gorgonie (Eunicella e Paramuricea, presenti in Salento a discrete profondità inadatte ai neofiti) o le distese di spugne arborescenti (Axinella). Con il passare dei secoli si realizza una costruzione biologica analoga alle barriere coralline.

In Salento il coralligeno si esprime in una delle sue forme più originali. Le concrezioni di alghe coralline e di altri organismi calcarei non si formano direttamente sulla roccia ma hanno inizio da piccoli aggregati di

ciottoli o conchiglie, su fondi incoerenti, ma anche su rocce piane. Tali aggregati, col passare dei secoli, si espandono e diventano vere e proprie isole di bioconcrezioni, con specie in comune con il coralligeno di parete, ma

con una fisionomia generale molto diversa. Invece di una parete continua, ci sono isole di biocostruzione inframmezzate da spazi sabbiosi, a fornire anfratti e rifugi per numerosi pesci, tra cui cernie, scorfani, e murene. 

Il così detto “coralligeno di piattaforma” è un habitat originalissimo, delicato, frutto di lunghissimi periodi di costruzione e veramente simile alla famose barriere coralline tropicali, non essendo una semplice aggiunta di substrato duro su un altro substrato duro, ma formando un substrato duro dove prima il fondo era mobile e sabbioso. 

Mentre la prateria di Posidonia riceve le dovute attenzioni degli enti preposti alla salvaguardia degli habitat, la dovuta attenzione non è spesso tributata al coralligeno di piattaforma.

Anche lo strato dei rizomi della Posidonia forma una biocostruzione, generata dalla sovraccrescita delle varie generazioni.

Sarà raro dedicare una intera immersione alla prateria… ma sicuramente capiterà di attraversarla. Ci sono tante cose da sapere e da apprezzare in questa pianta. Infatti la Posidonia non è un’alga, ma una pianta superiore che produce fiori e frutti. Le foglie vecchie si staccano dalla pianta in ogni momento dell’anno ma vengono ammassate lungo le rive solo nella stagione delle mareggiate formando dei banchi che, pur essendo spesso maleodoranti, proteggono il litorale dall’erosione. Spesso si ignora che la loro rimozione (per compiacere il turismo meno consapevole) è una delle maggiori cause della scomparsa degli arenili).

Le praterie di Posidonia sono tanto speciali da essere gli unici Siti di Interesse Comunitario in Italia.  Ospitano una ricchissima fauna e flora. Sulle sue foglie vivono specie di piccoli invertebrati unici e vi crescono una miriade di forme giovanili di pesci. Subito si noterà che sono inoltre abitate dal più grande mollusco bivalve del Mediterraneo, la Pinna nobilis, chiamato cozza-pinna in Salento, che può raggiungere anche il metro di lunghezza. Questo mollusco produce il bisso, in passato cardato, filato e intessuto veniva usato per vesti sacre dai riflessi dorati. In questi ultimi anni, forse per il riscaldamento delle acque, la Posidonia tende a fiorire molto frequentemente, e sarà quindi comune osservare questo fenomeno un tempo raro. Oggi la specie è severamente protetta.

Cosa dire delle specie ittiche. Inutile rifarsi a censimenti sistematici e scientifici. Vi dirò cosa ho incontrato nelle mie comode e facili immersioni: ovviamente dentici, corvine, cernie & Co., poi un pesce luna (Mola mola), rane pescatrici (Lophius piscatorius), gallinelle di mare (Chelidonichthys lucernus), pesci san Pietro (Zeus faber), una remora, trigoni, aquile di mare, tonni enormi, barracuda e tanti pelagici, nonché i bellissimi  “succhia scoglio (a: Lepadogaster), pesci pettine (b: Xyrichthys novacula), castagnole rosse (c: Anthias anthias) e Donzelle pavonine (d: Thalassoma pavo).

La superficie del mare nasconde anche numerosissime grotte e lo spettacolo più bello si ottiene quando i raggi del sole filtrano al loro interno. Molte specie di pesci utilizzano le grotte come siti di accrescimento degli stadi giovanili e spesso ci si ritroverà immersi in nubi fitte di pesciolini e gamberetti.

Gli ambienti di grotta sono molto spettacolari e costituiscono una grande attrattiva per il turismo subacqueo. L’intensa frequentazione, però, costituisce una minaccia e tutti dovremmo prestare la massima attenzione nel godere della loro bellezza. Muovendosi nelle grotte si rischia infatti di danneggiare le loro pareti ricche di biocostruzioni.

Il coralligeno, per la presenza di madreporari, si trova a profondità minime tanto da essere godibile anche con lo snorkeling. Numerosi sono i siti di grande interesse in cui l’autorespiratore non è una necessità: le numerose grotte affioranti, le baie e la zona di marea delle scogliere, strane strutture rocciose o reperti archeologici adagiati sui bassi fondali sabbiosi o gli specchi d’acqua sorgiva.

Il mare salentino è eccezionalmente limpido, anche subito dopo una mareggiata. L’assenza di grandi fiumi, la natura delle sabbie e la profondità contribuiscono a questa caratteristica. Poderose mareggiate, che raggiungono forza da 6 a 8, si verificano nei mesi da Novembre a marzo con venti di provenienza Sud – Est; ma in questo periodo anche da Libeccio possono spirare venti improvvisi e forti. Sulle spiagge le onde si alzano sino a consentire la pratica del surf! Da maggio a settembre lo stato del mare è generalmente compreso fra calmo e forza 3. In tutte le stagioni, i venti provenienti da Nord appiattiscono il mare sottocosta, anche se forti al largo e le immersioni subacquee sono sempre possibili scegliendo un sito ridossato.

A CHI RIVOLGERSI?

Ma a me naturalmente! Visitate il sito del tour operator Due Mari e scriveteci descrivendo le vostre esigenze di viaggio.

Vi aiuteremo a passare una fantastica vacanza in Salento, magari muovendovi tra diversi diving per fare le immersioni più belle, mentre i vostri amici accompagnatori o i vostri familiari si divertono tanto e più di voi, ognuno assecondando la sua passione!

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