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Non voglio esprimere giudizi, ma riflettere...


LONDRA (4 novembre) - I medici avevano deciso di sacrificarlo nell'utero di sua madre per non mettere in pericolo il gemello, visto che il suo cuore era troppo grande e lui invece non si sviluppava normalmente. Prima hanno tentato di tagliare il cordone ombelicale, ma non ci sono riusciti, poi hanno diviso la placenta in due convinti che sarebbe morto. Ma lui, Gabriel, non ne ha voluto assolutamente sapere e ora è un bel pupo di sette mesi, senza più i drammatici problemi di salute che minacciavano di farlo nascere morto. La sentenza dei medici. «E' davvero un miracolo!», esulta Rebecca Jones, la mamma, che si era lasciata convincere dai medici sulla «assoluta necessità» di sopprimere Gabriel prima della nascita. Trentacinque anni, consulente finanziaria, sposata a Mark, un venditore d'auto di 36 anni, Rebecca ha raccontato al tabloid "Daily Mail" la sua angoscia quando alla ventesima settimana di gravidanza i medici le hanno detto che le cose si mettevano male: uno dei due gemelli - il futuro Gabriel - aveva un cuore ingrossato, non si sviluppava e rischiava di morire da un momento all'altro con conseguenze altrettanto fatali per il fratellino. «Meglio porre fine alle sue sofferenze prima, piuttosto che dopo»: quest'argomento ha finito per far breccia nella donna che, alla 25ª settimana, ha autorizzato la soppressione del feto malato. I tentativi per sopprimerlo. L'impresa però si è rivelata molto più difficile del previsto: i medici del Women's Hospital di Birmingham non sono riusciti a tagliare in due il robusto cordone ombelicale e nemmeno la separazione della placenta in due ha impedito a Gabriel di alimentarsi. Gabriel ha tenuto duro e assieme all'altro gemellino - Ieuan - è stato senza ulteriori problemi dentro la pancia di mamma per altre cinque settimane, quando entrambi sono stati portati prematuramente alla luce con il taglio cesareo. Tenace come Rocky: lo hanno soprannominato così. «Mi sono resa conto che Gabriel non aveva alcuna intenzione di mollare - dice la madre, che vive a Stoke-on-Trent - la mattina dopo l'operazione, quando ho sentito che tirava i calci. I medici non riuscivano a crederci quando hanno sentito il battito del suo cuore. E' un miracolo!». A quanto sembra, il "miracolo" è stato reso possibile proprio dall'operazione che doveva concludersi con la morte di Gabriel. Grazie alla separazione in due della placenta il piccolo - subito soprannominato "rocky" (roccioso) per l'eccezionale tenacia dimostrata - ha infatti ricevuto più nutrimento dalla mamma e ha cominciato a svilupparsi normalmente. A sette mesi Gabriel pesa cinque chili e mezzo, non ha più problemi di cuore ed è perennemente appiccicato a Ieuan. 04 novembre 2007 Non è la prima volta che assistiamo a simili "errori". Purtroppo non sempre la vicenda è terminata con un lieto fine.OGNI VITA HA DIRITTO DI ESSERE VISSUTA,OGNI BAMBINO HA IL DIRITTO DI VEDERE LA LUCE!PER QUANTO GRANDI POSSANO ESSEREI PROBLEMI CHE DOVRA' AFFRONTARE,BISOGNA DARE AD OGNI BAMBINO LA POSSIBILITA' DI ENTRARENELLA FANTASTICA (E MAI FACILE) AVVENTURA DELLA VITA!(Testo tratto da "ilmessaggero.it")