Da una vita ormai, si usa dire così per indicare tanto tempo, era all’ospedale con suo marito.Una paralisi l’aveva bloccato in un letto.E lei, la moglie, gli era sempre vicino.Tutti i giorni gli leggeva il giornale, gli faceva la barba, raccontava di quando erano giovanie andavano in gita con la seicento…Qualche coccola e cose così.Tutti i giorni.In cambio riceveva qualche sorriso, un lieve movimento della mano sinistra e null’altro.Quell’uomo capiva tutto ma non apriva gli occhi nè diceva nulla. Coma.Ormai la donna era una dell’ospedale; i medici domandavano a lei come andavae si consigliavano con lei per fare di meglio.Un giorno le cose peggiorarono: coma profondo e irreversibile.Signora – dice il primario – ora può andare a casa.Bastiamo noi: suo marito è in coma profondo, irreversibile.Non sente più nulla, nessun stimolo.Ma la donna non si muove dal letto.Continua imperterrita le cure di sempre.Signora, - riprende il medico qualche giorno dopo – suo marito è gravissimo.Non la sente più, non mangia più…Non c’è più niente da fare. Non sa nemmeno più che lei è sua moglie.Che importa – dice la donna con un sorriso – io so ancora perfettamente che lui è mio marito. Non è sufficiente per restare qui?