Troppo onore mi fareste nel darmi la possibilità di celebrare al vostro cospetto le bellezze della mia terra... mai uditor più attento ebbero le mie parole... e di questo mi rallegro...
Se il mio invito a conoscer luoghi, suoni, profumi e colori ha suscitato in voi curiosità... tanto mi basta... la mia terra ha bisogno di questo... l'approssimarsi ad essa con il giusto rispetto e la dovuta cura, con quel pizzico di voglia di conoscerne le recondite bellezze che spesso sfuggono ai più, per troppa fretta o per ricerca di lidi modaioli e affollati....
Il mio viver le meraviglie della mia terra parla di lande desolate e sentieri desueti che si aprono in paradisi quasi inalterati dalle orme degli affannati consumatori dell'estate... parla di camminamenti tra i profumi del rosmarino selvatico o delle ginestre in fiore che fanno da contralto all'azzurro del cielo o al blu del mare...
E voi sareste incendiati da cotanta bellezza, dovreste lasciarvi alle spalle agi e comodità, spogliarvi di condizionamenti e liberare il vostro essere, per percepire appieno le ricchezze che la mia terra vi offre....
Vi racconto un aneddoto...
Una mattina di Pasqua di due anni fa.... un periodo tutt'altro che felice della mia vita.... decisi che era venuto il momento di provare a cancellare e dimenticare quanto mi accadeva... presi un piccolo zainetto, ci misi dentro una mela ed una bottiglina d'acqua e partii alla volta di Capo San Marco....
Lasciai la macchina al piccolo porticciolo e mi incamminai per la scogliera.... un percorso difficile, a tratti arduo, faticoso... tra sentieri ricchi di macchia mediterranea dal profumo di rosmarino... tra le arrampicate a mani nude aggrappata alle nere rocce del Sinis...
I miei pensieri durante quella passeggiata si fecero via via più leggeri, fino ad abbandonarmi del tutto, lasciandomi inerme di fronte a tanta bellezza...
Non pensai più. Lasciai che fossero le sensazioni a guidare i miei passi, lasciai che tutta quella meraviglia entrasse in me e sostituisse al buio la luce, alla tristezza la gioia, all'acredine la pace, alla vendetta il ricordo...
Tra piccole spiagge dalle verdi acque e sabbie rosate, tra scogliere a strapiombo e sentieri ciottolosi mi inerpicavo ed avanzavo inebriata dai colori e dalla solitudine affollata di piccole presenze che sentivo ma non vedevo... ed il mio cuore iniziò a sciogliersi...
Arrivai ad un tratto di scogliera dove il sentiero si faceva più irto ed arduo, a causa delle rocce appuntite battute da marosi ed arse dal sole; impegnata nella camminata, quasi non mi accorsi di essere arrivata a ridosso di una banchina, vecchio riparo di un piccolo porticciolo a servizio di un faro... lo stridere dei gabbiani mi riportò alla realtà... godetti ogni singolo attimo... e, fermandomi, guardai indietro il percorso fatto e gioii...
Gioii della soddisfazione di essere arrivata fin lì, da sola senza mano alcuna a sorreggere il mio andare; senza che qualcuno osasse dirmi: quel tratto è troppo pericoloso per te, lascia perdere.... quale immane sensazione di libertà assoluta...
Alzai le braccia, come una bimba che balla musiche immaginarie...
Come una bimba danzai... i miei passi si fecero via via più leggeri e nel percorrere il tratto di sentiero che ancora mi separava dallo scoglio a pelo d'acqua, ultimo confine tra cielo e mare, arrancavo con il sorriso a fior di labbra sino alla meta....
Eccomi, ci sono!
E sulla prospicienza rocciosa di nero basalto, tutto mi apparve nella sua meravigliosa nitidezza....
Abbracciai il blu del profondo e limpido mare che lento accarezzava la nuda roccia, creando un'armonia di ritmi e musiche perfette, tanto armoniosamente si sposavano con il mio spirito....
Abbracciai l'immacolato azzurro del cielo lasciandomi avvolgere dalla brezza leggera che, volteggiandomi attorno, mi ricopriva l'anima, quasi un meraviglioso abito nel quale sentirsi assolutamente a proprio agio....
Ed in quell'assoluto momento fui consapevole della mia forza.
Timbora