beskersi

TORNARE......(pescando a caso nei ricordi accumulati)


      Ho avuta la fortuna di tornare continuamente sui luoghi della mia Infanzia e così i ricordi sono vivissimi.                                                                                                                          Anche oggi, risalendo dal mio piccolo paese, su verso le “vette” dei miei monti, sento ancora l’affanno di mia Madre, sui punti più duri del sentiero, e col suo inseparabile bastone, battere il terreno  davanti a noi, per allontanare rettili e altri insetti, diceva Lei. Salivamo su per il bosco alla ricerca di funghi, e la vedo chinarsi per indicarmi quella particolare “caspa” di faggio o quel crinale dove crescono profumatissimi funghi porcini.            Ogni volta ci fermavamo presso fresche sorgenti e giunti nelle vicinanze, mi invitava ad ascoltare “il canto della sorgente” diceva Lei, in effetti il gorgogliare dell’acqua che cade in una pozza, era udibile.                                                                                                  Anche quest’anno risalgo verso le "vette" e mi fermo presso le sorgenti che conosco(praticamente tutte, nella zona), e che l’inverno, con la neve e le piogge, ha quasi cancellato, così io applico gli insegnamenti dei miei genitori. Mi procuro una scorza di pianta, fatta a mezzaluna, la sistemo adeguatamente sul terreno per raccogliere tutta la preziosa acqua. La sorgente riprende il suo “canto”!, l’acqua scende velocemente lungo la scorza creando, nella caduta, un piccolo arco che permette la sua raccolta, prima di cadere nella pozza:            Mi siedo dove l’ho fatto mille volte, estraggo dal mio tascapane un sandwich (come lo chiamano ora), e vedo mia Madre che scarta due fette di pane avvolte in una carta gialla, “riciclata!”, le divide e mi offre la fetta con più marmellata, ci dissetiamo poi mia Madre si rialza con l’aiuto del suo bastone e continuiamo il nostro cammino.                                                                                                                                Intanto un "fruscio" dietro di me, mi distrae dai miei pensieri, mi giro e vedo una “spera” di sole filtrare attraverso la fitta vegetazione, e tracciare una scia luminosa, dove minuscoli corpi si inseguano vorticosamente, fino a illuminare e riscaldare lo sperone di una roccia, dove si è fermata una lucertola a godersi quel tepore. La guardo e sorrido, la lucertola sembra gradire il mio buon umore, si attarda, mi guarda anch’essa senza timore con i suoi vispi occhietti, poi come è apparsa sparisce. Mi disseto e riprendo il mio cammino verso le “vette”.