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FASCITE PLANTARE: DIAGNOSI, CURA E TRATTAMENTO


Una patologia micro-traumatica che colpisce fascia plantare e strutture perifasciali. Costituisce circa il 9-10% di tutte le patologie del piede ed è anche causa del dolore al calcagno. Le indicazioni del Dott. Alessandro Caprio per mettersi a riparo da eventuali ricadute: “Scarsa attenzione al decorso post-operatorio e ripresa affrettata dell’attività sportiva possono risultare controproducenti”. Dott. Caprio, cosa si intende per “fascite plantare”?“Il termine “fascite plantare” si riferisce ad un processo infiammatorio del cosiddetto “legamento arcuato”, una fascia fibrosa che coinvolge la zona mediale del calcagno, estendendosi anche ai legamenti delle dita dei piedi. La fascite plantare può manifestarsi a livello del calcagno (fascite plantare prossimale ndr) ed a livello del mesopiede (fascite plantare distale)”.Quali le cause all’origine di questa patologia?“ La fascite plantare può essere causata da modificazioni degenerative del legamento arcuato, connesse a microtraumi ripetuti. Quest’ultimi, gettano le basi per l’infiammazione ossea (periostite ndr) da trazione, micro lacerazioni ed anomalie biomeccaniche del piede”.Quali altre patologie possono accompagnarvisi?“Come accennato, possono verificarsi anomalie biomeccaniche del piede: calcagno varo o valgo, brevità del tendine d’Achille, dismetria degli arti, segni di artrite infiammatoria sistemica, piede valgo o cavo. Senza dimenticare fattori del calibro di fratture da stress del calcagno ed intrappolamento del nervo plantare”.Che rapporto esiste tra fascite plantare e basket?“Si tratta di una patologia con larga incidenza tra gli sportivi in genere. Il basket è sostanziato da particolari gestualità tecniche, movimenti, contatto fisico e salti; dinamiche che possono indurre ad una rottura dell’aponeurosi plantare o dei flessori brevi delle dita”.Con quale sintomatologia si presenta?“La fascite plantare si manifesta con graduale dolore all’interno del tallone, responsabile di una deambulazione alterata. In caso di rottura della fascia plantare ed in condizioni di sovraccarico, si avverte un dolore acuto, simile ad uno strappo. Non sono rintracciabili segni sintomatici come arrossamento cutaneo e tumefazione”.Che genere di trattamento viene privilegiato?“Purtroppo, questa patologia non garantisce una guarigione spontanea. Nell’immediato, il trattamento prescritto prevede l’applicazione locale del ghiaccio, affiancato da talloniera in silicone, in modo da mitigare gli urti. In questo contesto, diventa fondamentale il ruolo dello stretching: va ripetuto quotidianamente poiché in grado di raggiungere risultati eccellenti nell’80% dei casi. Allo stretching può coniugarsi la terapia fisica (tecar in modalità resistiva, massaggi, ultrasuoni, laser), l’uso di plantari, infiltrazioni locali di anti-infiammatori ed esame del passo (baropodometria ndr). La terapia conservativa contempla anche la tecnica delle infiltrazioni con Fattori di Crescita (PRP)”.In quali casi viene disposto un trattamento di tipo chirurgico?“Laddove la terapia conservativa non riesce ad assicurare una buona guarigione, si rende necessario l’intervento chirurgico, basato sul c.d release della fascia plantare, ovvero tagli che consentono rilascio ed allungamento della fascia plantare. L’intervento avviene in anestesia locale e può essere praticato in duplice maniera: per via endoscopica ed a cielo aperto”.L’apporto della chirurgia garantisce la piena guarigione oppure possono sorgere complicanze?“Molto spesso questa patologia comporta delle ricadute, dettate da scarsa attenzione al decorso post-operatorio. Anche una ripresa affrettata dell’attività sportiva, senza alcun rispetto per i tempi necessari al recupero, può risultare decisamente controproducente. In caso di ricadute, l’unica soluzione percorribile è sottoporsi ad un nuovo intervento di liberazione della fascia plantare”.www.topphysio.it