Solo contro tutti

Applausi e fischi.


Un'altra vita strappata, un'altra famiglia in lutto, un altro capitolo di storia che sarebbe stato meglio il destino non avesse voluto scrivere.             Quindici giorni dopo la morte del tifoso laziale, un altro ragazzo se ne và, come lui preso dalla follia del caso, estratto come un biglietto della lotteria della vita e senza neppure sapere il perché.                    Due giovani morti ancora prima di cominciare a vivere, due vite prese dalla violenza, due destini distinti che per un attimo s'intrecciano per poi separarsi di nuovo.      Eppure non dovrebbero essere separati ora, ora sono uguali perché la morte rende uguali, ora non ci dovrebbero essere distinzioni da fare, perché la morte non distingue, ora dovrebbero essere almeno rispettati entrambi, perché la morte esige rispetto.      Ma ancora una volta non è stato così, lacrime e applausi per il tifoso innocente, fischi ed insulti per il ragazzo in divisa, anch'egli innocente, ma ritenuto colpevole, solo perché veste quegli indumenti.            Rancore e odio da parte di chi esige rispetto per sé, ma che non conosce il rispetto per gli altri, violenza, ancora violenza, da parte di chi la usa sistemsticamente ma s'indigna se la deve subire.             I soliti falliti, i furfanti prepotenti di sempre, fanno vergognare due grandi città, ne danno un'immagine distorta, in qualche modo le accomunano a loro, fino a quando lo schifo e l'indignazione generale ne prende le distanze.         Hanno avuto la sfrontatezza, la viltà di inveire contro un morto, senza neppure conoscerlo, senza sapere nulla di lui, senza pensare che è ancora più innocente del ragazzo che è stato da loro osannato.             Distribuiscono rancore a piene mani, vogliono il caos e il disordine, con i loro atti ci hanno tolta la possibilità di andare allo stadio e di passare una domenca seguendo la squadra.            Per colpa loro chi ha la sciarpa della propria squadra al collo è guardato con sospetto, chi compra un biglietto per una partita è schedato come un delinquente, hanno diviso il Paese, abbiano almeno il buongusto di non dividere i morti in buonie cattivi.