Solo contro tutti

Saluto finale.


Milano - La Fiorentina fa scuola.                         Allargando la prospettiva si potrebbe dire che il calcio, invischiato tra polemiche e violenza, prende esempio dal rugby.La Lega Calcio, nella riunione di oggi a Milano, ha deciso di istituzionalizzare il "terzo tempo". Ieri allo stadio Franchi i giocatori della viola, dopo la sconfitta per 2-0 subita contro l'Inter, hanno formato il classico "corridoio" (preso in prestito dalla palla ovale) e salutato gli avversari rendendo "l'onore delle armi" ai vincitori.Alla ripresa del campionato dopo la pausa per le festività di fine anno, la cerimonia conclusiva delle partite di calcio del campionato di serie A e B, il "terzo tempo" diventerà una consuetudine su tutti i campi dei campionati italiani. Modalità da definire Secondo quanto è stato deciso oggi dal Consiglio di Lega, la cerimonia di fair play ha lo scopo di favorire il sentimento sportivo e di svelenire il clima agonistico al termine delle gare e sarà adottata come obbligatoria per tutte le partite di campionato.                 Una norma con precise caratteristiche, così come l’ingresso in campo e lo schieramento.               Non è ancora chiaro se saranno i giocatori della squadra sconfitta ad applaudire i vincitori o viceversa e se le squadre si schiereranno all’ingresso degli spogliatoi o in un’altra zona del campo. Tutto ciò è appunto materia delle norme che dovranno essere stese nella prossima riunione di Consiglio e poi sperimentate. Da: Il Giornale.it.                                                                                 *****Come tutte le cose scimmiottate, fatte più per volontà di apparire che per sentimento, piene di finta bontà e sportività non mi piacciono e non mi trovano d'accordo.                 La lega calcio copia e per ignoranza copia pure male, fà proprio, un gesto autentico e spontaneo e lo fà diventare obbligatorio.                Tutti hanno preso un abbaglio domenica a Firenze, hanno visto un bel gesto, è vero, ma non si sono soffermati sul perchè fosse così bello.               Era un pomeriggio speciale, quello, una tragedia si stava consumando nel cuore di un uomo e soltanto per questo è venuto spontaneo rendere omaggio a lui e a tutti coloro che a lui si sono stretti.E' certo che dalla data indicata si adotterà questo cerimoniale, che come tutte le cose imposte sarà odioso e soltanto retorico, ma sono altrettanto certo che non darà gli esiti sperati.Non è questo il modo per contribuire alla sportività, non è stringendosi la mano a fine partita che si rassereneranno gli animi dei tifosi.                 La strada da percorre è quella della giustizia, in campo e fuori, l'imparzialità dei giudici di gara, l'equa distribuzione dei proventi per competere nella stessa gara e la lealtà di ogni soggetto partecipante alle stesse.                     Tutti sapevano che qualcosa di losco nel mondo del calcio avveniva da anni, nessuno però ha fiatato, partite truccate come i bilanci delle società, della "sudditanza psicologica", degli scudetti pilotati, ma.... tutti consenzienti, per poi venire oggi a parlarci di sportività o di "fair play" come dicono i malati di inglesismo."Ma mi faccino il piacere" direbbe il grande Totò.Pensate solo per un attimo cosa ne sarebbe di questo cerimoniale se per tutti i 90' un Nedved qualsiasi si tuffasse in continuazione simulando dei falli subiti.           Pensate poi se un arbitro ci cadesse e decretasse magari un rigore contro ed un'espulsione di un giocatore della vostra squadra,             Aggiungeteci quà là qualche sbandieramento  fasullo, qualche fischio "tattico"e qualche malandrinata assortita, siete certi che a fine partita sarete tutti li ad appaludire gli avversari?            Se rispondete si, o siete dei santi o per voi il calcio, è solo un elemento chimico. se rispondete no, siete come me, degli umani tifosi che non amano essere irrisi oltre ogni limite sopportabile.Si cambia la forma, mai la sostanza, le cose non sono cambiate e non cambieranno, stanno soltanto cercando il modo di farcele accettare, senza arrabbiarci troppo, col sorriso sulle labbra ed una stretta di mano.