Solo contro tutti

Pasqua di resurrezione.


E’ Pasqua ed il Toro è risorto, è tornato a vivere, il suo cuore pulsa ancora e fa pulsare quello della sua gente.La partita di ieri con la Triestina ha suggellato il ritorno alla vita, il ritorno alle originali caratteristiche di un squadra che da anni le aveva perse in un sonno che pareva senza risveglio.Son felice per le quattro vittorie di fila ma non mi illudo che siano un’assicurazione per la promozione, sono invece certo che la squadra abbia fatte attecchire le sue radici nel suo passato, nei suoi valori, nella sua Storia.Come ormai accade spesso ha dovuta giocare una larga parte della partita in inferiorità numerica e l’ha vinta con un gol all’ultimo secondo disponibile.Un gol cercato, anche se in maniera poco lineare, dal primo minuto, un gol che è arrivato perché i granata non hanno mai abbandonata la speranza, se non la certezza di poterlo realizzare.La grinta mostrata e la feroce determinazione è stata pari a quella del miglior Toro, la combattività e l’impegno sono stati apprezzati dalla gente che avrebbe applauditi i combattenti anche se il risultato non fosse stato quello ottenuto ieri.Un Toro da sogno, non certo perché sia la squadra che gioca meglio, non certo perché abbia gli interpreti migliori, ma perché ha lottato anche quando le forze fisiche erano esaurite.Ha fatta fatica e tanta, a battere una squadra che con un uomo in più ha avuta paura di vincere, ne ha fatta oltre il dovuto per l’irrazionalità comportamentale del suo uomo migliore, quel Pestrin che se il suo carattere gli permettesse di essere meno impulsivo sarebbe stato da nazionale.La rivoluzione fatta da Petrachi è stata un miracolo ed ora la squadra è diventata una squadra, unita e compatta, può vincere o perdere ma combatte, è viva, un miracolo si è compiuto, che sia stato proprio nei giorni della Pasqua, forse non è solo un caso.