¤ La Torre ¤

C'era Una Volta Un'Isola


  Qui, nell'isola dell'abbandono,potrei dire che si vive per gli istinti, che si vive di pigrizia, per dimenticanza, per logica sordità, per il rosso o per il nero, cose di poco conto quindi, a metà strada fra il contagio ed il sonno, che sia dell'anima o meno non importa. Qui il tempo si misura ancora con le tacche incise nell'impugnatura del coltello, non serve sapere quale giorno sia, si contano solo le albe, ci si congratula inutilmente dei giorni trascorsi, e se nelle fessure di tempo ci si pente, in quelle di senso ci si perdona che non saranno riparate, ma non è mai colpa nostra, perché l'isola è la mappa del mondo e noi ne siamo la mutevole rosa dei venti; insomma si vive ad un tanto al giorno, con decisione ed una certa bella cera, pelle salata e fronte smerigliata, occhi fessure tra le grinze rivolti ad est. Si geme nelle refole, nelle brezze si dondola e la carne va a male, si vive distratti ed il vento è più tagliente, si vive come si può tra i "si salvi chi può" e "sciogli le vele al vento", si sfoglia il calendario, come le rondini obbligate a primavera, si vive lentamente, ci si aspettino ritardi: qui, nell'isola dell'abbandono, mancano i rifornimenti.