Minas Tirith, il Tor

VITTORIA O MORTE! L'assalto all'assediante...


Si prepara, come un drago all'ultimo assalto, furente e rabbioso dopo anni d'assedio...Li tengono ormai col fiato sul collo, non dormono da mesi i valorosi difensori e non mangiano da più tempo....per fortuna c'è da bere...si succedono a famiglie di guerrieri, a secoli di difesa continua e incessante. Ma oggi tutto finirà o comincerà di nuovo.Il Comandante, un albino che in realtà è a malapena un capitano, chiede al sottoufficiale alle comunicazioni di chiamare ancora il comando"Com'è possibile che hanno attaccato? Se siamo noi l'Esercito..." Il sottoufficiale aggiunge che, prima che la comunicazione s'interrompesse gli era stato detto" Il re e suo figlio sono morti o perlomeno sono spariti..."Il Comandante d'uomini, albino quindi diverso ma vicino a tutti loro, dice:"Va bene, fanculo. Allora teniamo il passo" Senza ascoltare le parole del "Radioamatore" come definivano il sottoufficiale prima che la squadra alle comunicazioni venisse decimata durante un attacco insieme allo stato maggiore, il giovane Comandante, da poco ex capitano, ordina che i suoi ufficiali vadano da lui e, quando son tutti nella sua tenda, dice loro"Siamo a buona distanza dalla capitale e siamo troppo pochi per tornare a difenderla. Io direi che è un ottimo posto per preparare la difesa, la prima..."I suoi capitani, ognuno preso da ogni battaglione a sostituire gli originali, si succedono, per circa mezz'ora nell'esporre idee e supposizioni contrarie a fermarsi, degne di un tavolo d'esperti e gente che sa il fatto suo, e si lanciano in discussioni per difenderle...dopo solo pochi mesi di battaglie combattute o anche di anni (quello che li rende esperti, però, era il fatto d'essere sopravvissuti quando non c'era speranza,) ma il comandante scuote la testa e dice:"Il nostro stato è allo scatafascio anche se la propaganda delle vostre radio dice il contrario...ci dicono dal Centro che il re e suo figlio son morti..." I visi dei capitani, di ogni razza e sesso e religione dello stato, si fanno allarmati e lui continua: "Signori, siete capitani di uomini, non dimostrate d'essere impauriti anche se lo siam tutti, ricordate il sangue che avete versato e fatto versare e il vostro sangue freddo" E li guarda bonariamente mentre continua, in crescendo:" Siate forti per voi stessi e per le vostre famiglie...oggi ce ne freghiamo dello stato, fatelo per voi stessi e la vostra famiglia. Son stufo di scappare...è un mese e mezzo che lo facciamo, i nostri padri e i nostri nonni lo facevano...oggi vittoria o morte..!"VITTORIA O MORTE è la parola che, uscendo sulle bocche dei capitani dalla tenda di comando, si sparge nei focolai dove si riscaldano le reclute e nelle file schierate a difesa del passo e tra i tiratori di precisione sulle alture, i reparti corazzati e la fanteria e i reparti scelti. Così dicono i difensori d'uno stato in rovina, forse gli ultimi guerrieri, uomini e donne coraggiosi, rimasti a difenderlo. VITTORIA O MORTE è il loro destino, oggi e per sempre.continua...