Minas Tirith, il Tor

Storia d'un Nonno?


 (Colonna sonora, Leggero di Ligabue) C'era una volta la storia di una famiglia, ma era la storia d'un insieme d'individui, in apparenza liberi, in apparenza non conformisti. Era la storia di tante donne emancipate e libere e la gioia di vivere insieme e i loro concubini maschi, fossero mariti, nipoti, cugini o figli. La storia d'una famiglia matrilineare dove i panni sporchi si lavavano all'interno e s'era necessario, non si lavavano proprio a parte, si lavavano insieme agli altri cercando di metabolizzarli senza bruschi traumi. Ma poi arrivarono i divorzi, le liti, arrivarono le malattie. Tutto questo equilibrio sembrò scemare e si spezzò. A vedere tutto questo c'era un bambino, un bambino che si sentiva potente in simile famiglia perché aveva l'onore di essere stimato da quelle Dee che decidevano della sua vita o benevolmente gli concedevano piccole piccole di saggezza, sebbene dicessero sempre che sopra di loro c'era una Divinità superiore dai connotati maschili. E così condusse la vita fino alla sua adolescenza quando qualcuno gli svelò che forse fuori c'era un mondo diverso...che c'era un'alternativa. E poi egli sbattè il muso su quest'alternativa e "aprì gl'occhi", come gli disse suo padre. Da lì iniziò a mettere in discussione tutto quello su cui si basava la sua vita e vide che non c'era libertà in quello schema, c'era un equilibrio precario, formato da esseri viventi, che erano destinati a scontrarsi come in un biliardo impazzito, come le palline colorate colpite dalla palla bianca, indirizzata dalla mazza.E nessuna via di uscita, almeno apparente, perché le palline non sono dotate di forza propria...Così come ogni altra famiglia di Gaia, la nostra terra. E nessuna via di uscita, almeno apparente, perché le palline non sono dotate di forza propria...Poi però capì di non essere una pallina colorata mossa da quella bianca, a sua volta indirizzata dalla mazza, ma se voleva poteva essere la mazza stessa, come potevano esserlo tutti e tutte... Ma certi equilibri non si cambiano così facilmente...quando, alle soglie d'essere adulto, era pronto per inaugurare la sua prima partita o, per lo meno stava cominciando a fare pratica, qualcosa accadde, la palla bianca smise di muoversi, dopo tanto star male...nessuno può sapere perché. Questa palla era suo nonno, un vecchio patriarca benevolo che, bene, era anziano e tutte queste cose non le aveva sopportate, perché se anche non gli venivano dette, lui le aveva capite. Nel momento del bisogno tutti si raccolsero attorno a lui e gli furono vicini. Lui era la pallina bianca, ahimé e sapeva tutto benché poco potesse fare... ma quelle colorate presero a parlare tutte insieme e a mostrare il peggio di sé e l'equilibrio, tenuto con difficoltà, tenuto con sacrifici di tutte e tutti fino a quel punto si spezzò definitivamente, sebbene lui ancora fosse tra loro e le capisse benché ormai incapace di fare e dire alcunché...dov'era la Divinità tanto decantata? Cosa voleva far loro capire? Così si domandava il bambino diventato adolescente e quindi adulto...Forse quella divinità per loro era la pallina bianca, il Nonno e adesso nessuno, senza di lui; il centro, indicava più loro la via? Darìo. P.S. Spero tu guarisca nonno, altrimenti Buona Via.