Minas Tirith, il Tor

Casa.


Casa   Reggio è la mia casa. Lo so, il o la campanilista direbbe che l’ho realizzato in ritardo, ma questa città ch’ebbe origine nell’isola di Calcide in Grecia, a pochi conosciute entrambe, per me è diventata una certezza! Non semplicemente perché ci sono nato ma perché è la mia casa. Casa è il suono dell’auto di mia madre o mio padre, i loro passi e il diverso suono causato del movimento delle loro chiavi nella toppa. O i miei fratelli piccoli Donato e Tiziano che fan casino giocando alla play o quelli grandi, ma come sai più piccoli di me, Gabriele e Adriano che urlano per un goal della Reggina. Per me Reggio, quindi Casa sono i suoni del mio condominio, uno di quelli del nuovo Rione Marconi/ Cusmano, fatto con 4 torri e dieci interni ciascuno…interni che si “parlano” attraverso il giardino centrale. I bambini nel giardino stesso che corrono e urlano e crescono e gl’uccellini che nidificano qui e mi svegliano di buon mattino. Per me Reggio, quindi casa, sono le chiacchiere su ogni argomento con Nico il panettiere mentre sua moglie mi prepara il pacco del pane all’angolo sulla via Pio undicesimo. Casa è il bar della stessa via dove incontro il Mister Nucera che parla di Marx e della Reggina mentre magari prendo un caffè. O quando discuto con Nuccio degli ultimi film al cinema nella sua videoteca/ cartoleria, o quando litigo scherzosamente con Gabriele il toscanaccio e Giovanni nella loro sala p.c. Casa per me è tutta via Sbarre: da san Francesco al ponte san Pietro e viceversa passando in ordine sparso per le varie chiese con la loro umanità varia, che passeggia per le due fiumare, per l’antico limite. Reggio calabria per me, quindi casa è, passato il ponte s. Pietro, gli alti torrioni e le Statue di Paolo e un suo discepolo del duomo cattedrale, dedicato agli evangelisti e apostoli Pietro e Paolo, nel quale m’inchinai la prima volta passando sotto il grande portico perché sentii e sento la potenza della Divinità, perché nonostante la mia difficoltà a contenerla in un recinto così ben ornato, Essa è ovunque e anche lì per le preghiere dei fedeli, per la devozione che s’è messa nel costruirlo, perché lo spirito d’ognuno si sente rivivere per le prediche anche di preti di altre nazionalità. Perché casa è dove alberga il nostro spirito, io credo. Certo, lo ammetto, la politica del palazzo s. Giorgio m’addolora con il cemento. Cemento che ormai è ovunque, cemento che ormai distrugge la natura e la soffoca e mi soffoca. Ma è casa mia. Per me Reggio quindi casa è Messina di fronte, con lo stretto. Stretto fonte di vita, fonte di crescita, punto d’incontro non di chiusura, punto di forza per la nostra forza futura. Casa è Messina nel momento in cui si specchia in Reggio con tutte le loro difficoltà e le loro somiglianze e anche perché ci studio da anni e dove sta il mio spirito è casa. Per me Casa, quindi Reggio è l’Arena dello Stretto, il centro della città e il punto dove finisce. Si lo so c’è anche il Lungomare Falcomatà, la famosa via marina, quella che con i Bronzi è la cosa più famosa, ma l’Arena è il mio rifugio, la mia “stanzetta”senza tetto dove, immerso nel passaggio dei cittadini, leggo e scrivo. Casa è anche il Corso Garibaldi. Passeggiarci sopra è come vivere una vita diversa che scorre sempre uguale. Una vita alla quale a volte partecipo anch’io ma, preso nei discorsi con gl’amici e nel suono dei nostri passi, dimentico di star “correndo”con la vita stessa. Casa mia comincia appena rientro sulla costa Viola di Scilla dalle lezioni a Messina e per me fa parte di Reggio che parte lì e arriva a Stilo, splendida cittadina grecanica dove scoprii il “santo spirito” della mia prima pasqua ortodossa.   Reggio è casa. Ovunque andrò sarà sempre la mia casa.   Dario.