CreativaMente

vox clamans in deserto

Ho inviato alcuni post nella classica bottiglia ma non sono arrivati a destinazione.

Il punto è: come raggiungere i possibili interlocutori virtuali dei quali vorrei conoscere le opinioni su alcuni argomenti scottanti (stili di cucco, vicende relazionali in genere...)?

Forse è opportuno utilizzare uno stile più poetico come molti blogghisti che fanno audience.   Proviamo:

Oh voi che digitate sulla bianca tastiera

leggete le mie note di mattino o di sera

e rispondete lesti con le vostre opinioni

ma fatelo alla svelta, vi prego siate buoni...

Abbastanza orripilante, non vi sembra? ma forse può essere la strada del successo: l'Italia non è forse il paese del cattivo gusto?

Baciamo le mani

Aprocci virtuali

Restiamo sempre nel campo del cucco.

E giochiamo in casa parlando di corteggiamenti virtuali. Che cosa funziona meglio?  La modalità scherzosa e confidenziale, l'atteggiamento più diretto senza mezzi termini, il ghirigoro intellettuale magari in un tono da filosofo esistenzialista?

Leggendo le schede di molte fanciulle si può dedurre una scarsa simpatia per lo stile pecoreccio e la esibizione delle proprie virtù sessuali: ma è proprio vero che la modalità più soft e il prendere il discorso alla larga paga di più?

A questo punto, come in altre occasioni, chiedo qualche illuminante contributo alle care lettrici; come dev'essere il partner virtuale: dolce o rozzo e maschio o intellettuale, magari un pò tormentato... E' chiaro che a nessuno piace scoprire le proprie carte ma niente paura: nonostante voi possiate illuminarci con i vostri consigli più sagaci, noi continueremo a sbagliare

Boh!

Sempre sul lessico affettivo

Come si corteggia oggidi'? Abbiamo visto che, per es. in rete, vige tuttora il ricorso all'approccio volgare genere "ce l'ho lungo tot cm." oppure "posso durare 3 ore e mezza". Solitamente la media delle fanciulle reagisce con aria di compatimento(quando va bene).

A questo punto c'è da chiedersi se questo stile hard, di scarsa riuscita, non sia una sorta di autogol inconsciamente voluto per evitarsi in anticipo la benchè minima chance... Non sono pochi i maschietti che temono il fatidico momento dell'incontro e del corpo-a-corpo amoroso . Tutti noi ci trasciniamo dietro qualche ansia di prestazione. Quale modo migliore di evitare fobie varie che il far fallire in anticipo l'approccio?

Altra questione: esiste ancora la capacità di leggere i messaggi subliminali della controparte femminile e soprattutto siamo ancora così pazienti da aspettarli e decodificarli?  Mi si dice che i nostri simpatici ragazzotti discotecari si trovano a dover gestire il corteggiamento a ritmi frenetici, tutto si consuma in pochi attimi, non c'è tempo per battiti di ciglia e sospiri.

Ma che fatica... 

Non esistono più gli uomini di una volta (parte seconda)

Dalle mie visite alle comunità virtuali colgo un generale lamento femminile sulla volgarità e le caratteristiche stereotipe degli approcci on line.

Sembra che i maschietti in rete non riescano ad esimersi dal vantare le proporzioni esagerate dei loro attributi o altrattanto esagerate e inesauribili capacità di "tenuta". La risposta femminile a questa fiera delle vanità un pò stanca e risaputa è solitamente uno scherno sdegnoso o una reazione di noia infinita.

Dall'altra parte un mio paziente mi parla della sua difficoltà ad accorciare le distanze quando conosce una possibile "preda". Parla di argomenti molto generici e, quando esaurisce i temi politici, o i reportage di viaggi, si ammutolisce aspettando un'imbeccata che spesso non arriva. Mi dice che fa fatica a parlare di sentimenti, a entrare nell sfera della intimità, gli sembra di essere importuno di poter violare lo spazio privato dell'altra.

Mi chiedo se sia venuto meno una sorta di lessico affettivo, un vocabolario del corteggiamento che i nostri padri conoscevano bene, dovendo mascherare impulsi e desideri considerati inaccettabili, almeno nella loro forma manifesta.

Ora che possiamo dire tutto, ora che ogni forma di sentimento e di sensualità è stata sdoganata, ora che la maschera è caduta , arriviamo all'afasia. Non sappiamo più dire e non dire, alludere, suggerire.

Non ci resta che l'attacco aggressivo "sai quanto ce l'ho lungo..." o il silenzio 

Referendum: non esistono più gli uomini di una volta?