CreativaMente

Disponibilità o rigore?


A volte mi chiedo quale sia il confine tra la disponibilitā e la dabbenaggine.  Dalla mia educazione ho tratto lo sbrigativo principio che č meglio essere sempre disponibili (almeno a parole). Esiste anche il detto napoletano "col sė mi spiccio, col no mi impiccio" che indicherebbe la utilitā di una apertura , almeno formale, di fronte alle richieste altrui.  Va bene, ma a volte mi chiedo se non sia pių coraggioso e tutelante provare ad opporsi, a difendere i confini della propria attivitā e del proprio Io. A questo proposito mi chiedo: se i nostri padri, che hanno fatto la resistenza, fossero stati cosė cedevoli con i nazifascisti che Italia avremmo?Nello specifico si tratta della ingiunzione di un superiore che rischia di peggiorare il clima di lavoro della struttura di cui mi occupo.  Naturalmente gli ho comunicato il mio dissenso, ma non ho eretto le barricate nč mi sono bruciato sulla pubblica piazza come Jan Palach.E' un dilemma: se mi oppongo duramente , magari minacciando le dimissioni č possibile che l'altro le accetti (secondo il principio di "largo ai giovani, pių malleabili") e questo non migliorerebbe nč la situazione mia nč quella dei miei collaboratori. Se mi adeguo non č un buon segnale ma forse mi permette di acquisire qualche credito...Il simpatico č che chiedo ad un mio paziente di rappresentare, in un role playing, la scena del contrasto col capo. P. riesce a interpretare il mio ruolo con un atteggiamento molto sobrio, limitandosi a rispondere al capo un secco "no" senza "se" e senza "ma".Accidenti! era l'unica cosa che non avevo preso in considerazione...