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Post n°8 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da loop44
MARKET TALK: Enel, bene dopo ok Ue a reattore nucleare Epr MF-Dow Jones - 25/10/2006 11:55:54 MILANO (MF-DJ)--Ben impostata Enel. Il titolo beneficia del via libera della Commissione europea alla costruzione del nuovo reattore nucleare Epr a Flamanville, in Francia. Enel partecipera' al progetto con una quota del 12,5% (300 mln di investimento), ricorda B.Leonardo. Rating hold confermato con target price a 7,6 euro. Enel +1,5% a 7,45 euro. |
DMT Nuovo piano industriale. Il Cda, in occasione dell’approvazione del bilancio 2005 ha presentato i target del nuovo piano industriale. Le novità principali riguardano il business Tower sia per quanto riguarda le potenziali acquisizioni sia per la crescita organica. Il nuovo obiettivo delle torri acquisite passa dalle 1.000 previste (siamo a 966 dopo le ultime acquisizioni in Liguria) per il 2008 a 1.600 per il 2009. La crescita organica è stata alzata al 6% (dal 3% del vecchio piano). I target per il 2010 della Tower Division sono: ricavi a 70 mln e un margine Ebitda a 40 mln. Le nuove indicazioni più ottimistiche riflettono semplicemente il fatto che la società è cresciuta quest'anno ben più rapidamente del previsto (target forniti in occasione della quotazione). Ultima acquisizione. Ieri DMT ha annunciato l’acquisizione di 43 torri in Liguria, operazione che fa seguito solo di pochi giorni all’acquisto di altre 98 torri. La nuova acquisizione avviene a multipli molto interessanti: 4 volte l’Ebitda, per un esborso complessivo di poco più di 1 mln eu. Con tale operazione DMT acquista un fatturato annuo di circa 365 mila eu ed un Ebitda di circa 250 mila eu. Ad oggi DMT gestisce 966 torri, molto vicino all’obiettivo che la società si è data circa un anno fa. Mediaset entra nel portafoglio clienti. DMT sarà il principale fornitore di Mediaset per il Dvb-h, la tecnologia che porterà la tv sul cellulare. DMT fornirà gli apparati per l'implementazione di impianti di trasmissione per un valore totale di oltre 20 milioni di euro. Non è nota la durata del contratto che noi stimiamo sui due anni. Mediaset ha un accordo con Vodafone che permetterà all’operatore di telefonia mobile di affittare per cinque anni un quarto della capacità di trasmissione via DVBH della società media. Tim aveva già firmato un accordo simile con Mediaset nell’ottobre del 2005. La televisione sul telefonino porterà forti benefici. Le torri gestite da Dmt trasmettono sia il segnale della tv digitale terrestre, sia quello in modalità DVB-H, lo standard Digital Video Broacasting che permette di trasmettere programmi radio, tv e altri contenuti multimediali ad apparecchi personali come i palmari e i nuovi telefoni supercellulari (H sta per headheld). Confermiamo la raccomandazione molto interessante e alziamo il prezzo obiettivo a 50 eu. Dmt gode di un fortissimo posizionamento competitivo. Sul fronte del business torri DMT (oggi ha un portafoglio di quasi 1000 torri) è il principale operatore, l’unico in grado di consolidare il mercato indipendente (stimato attorno alle 4000 torri). Il mercato è molto interessante visto che gli asset torri sono un monopolio naturale che presentano sia gli alti flussi di cassa, sia interessanti crescite organiche (grazie alle nuove tecnologie). Il nostro prezzo obiettivo, che tiene conto dello sviluppo del piano industriale, non sposa la possibilità di un’acquisizione importante, che porterebbe valutazioni molto più elevate. In quest'ultima ipotesi la valutazione potrebbe salire sino a 65 eu. Di seguito riportiamo i dati principali della società per il periodo 2004-2007. Fonte: elaborazione Websim-Intermonte DMT è un’azienda italiana che opera nel settore delle infrastrutture per comunicazioni, offrendo prodotti e servizi, assistiti e integrati, agli operatori di reti radiotelevisive e agli operatori wireless. L’attività del Gruppo DMT si articola in due aree: Technology ovvero produzione di sistemi di trasmissione televisiva, in tecnica digitale o analogica, e fornitura di singoli componenti e integrazione di sistemi completi “chiavi in mano”; Towers ovvero servizi collegati all’esercizio di postazioni di trasmissione broadcasting o wireless, ed eventuale ospitalità sui siti che fanno parte del portafoglio di postazioni gestito. Azionista di maggioranza è Alessandro Falciai con il 41,8%, alle sue spalle Convergenza holding con il 5,17%, il fondo Threadneedle con il 4,58%, e Azimut con il 2%. Il resto è flottante sul mercato. |
PUNTO SUL MERCATOMilano, 20 ottobre 2006 Con la chiusura invariata di oggi, l'indice S&P/Mib ha perso la possibilità di mettere a segno la quarta settimana consecutiva di rialzo: alla fine sono tre, ma non c'è da lamentarsi. Dopo che nella settimana che si è chiusa oggi l'indice delle blue chip milanesi è arretrato dello 0,2%, resta sul piatto una performance mensile (dal 22 settembre) del 4,5%. Se andasse sempre così sarebbe una festa continua, e sappiamo che non è possibile. |
Enel <ENEI.MI> si avvia a chiudere in rialzo dello 0,6% a 7,23 euro nel giorno in cui Morgan Stanley annuncia alla clientela di aver aumentato le stime di utile lordo per i prossimi tre anni e conferma la raccomandazione overweight. Il target price viene fissato a 8,7 euro. Se però si ipotizza che il prezzo del petrolio resti su questi livelli e la società riesca a portare a termine il programma di acquisizione da 10 miliardi di euro coerente con la sua strategia, si arriva a un target di 10,4 euro. Un approccio più pessimista che prende in considerazione una caduta del prezzo del petrolio e acquisizioni sbagliate porta a un target di 7 euro. |
MEDIASET ha poco da temere dalla riforma dei comunisti A una settimana dalle prime indiscrezioni sulla riforma del sistema televisivo proposta dal ministro Paolo Gentiloni, non mancano i broker che, studiato il disegno legge, ritengono limitato il rischio su Mediaset <MS.MI> e ne consigliano l’acquisto. Stamattina con un colpo di scena è stata la volta di Merrill Lynch e di Citigroup. Le due banche d’affari hanno contemporaneamente pubblicato i propri studi in cui raccomandano il titolo del Biscione (buy), rispettivamente con un target fissato a 10,6 euro e 11,5 euro l’altro. Ieri era stata la volta di Morgan Stanley (overweight a 11,40 euro). Le due case d’investimento sottolineano che la pubblicità sta finalmente dando qualche piccolo segno di vita. Dopo i deludenti primi nove mesi dell’anno, secondo quanto riportato da Merrill Lynch, gli investimenti in pubblicità sarebbero aumentati del 3-5%. Della stessa opinione anche Morgan Stanley che stima un +4% riconducibile alla raccolta proveniente dal settore auto e dalle banche. “Lo sconto causato dallo scenario politico appare eccessivamente ampio e la valutazione, su questi livelli, è attraente” scrive Marc L. Sugarmann di Citigroup. Secondo l’analista il titolo tratta a 5,1 volte l’ebitda e a 15,3 volte gli utili attesi nel 2007. Multipli simili a quelli di Merrill Lynch (16 volte l’utile e 8 volte l’ebitda 2007): per entrambi Mediaset tratta a sconto rispetto alla media delle emittenti europee del 6% sia a livello di utile che di mol stimati sul 2007. Di poco conto le preoccupazioni riguardanti la proposta di riforma di Gentiloni, un provvedimento che ha il dichiarato scopo di aprire il mercato tv ad un terzo polo e intenderebbe ridurre la posizione di forza di Rai e Mediaset. “E’ troppo tardi per una simile regolamentazione”, commenta Citigoup. Se anche la riforma dovesse passare nei termini finora previsti, migrazione di Rete4 sul digitale e limitazioni alla libertà di manovra delle altre due reti, l’impatto sulla valutazione di Mediaset non supererebbe, a giudizio di Citigroup il 3-4%. Un po’ di più per Merrill Lynch (6%) che, in quel caso, taglierebbe il target sul titolo a 10 euro dagli attuali 10,6. La migrazione di Rete4, Cenerentola del gruppo (12-15% del giro d’affari complessivo del gruppo), costerebbe a Mediaset, per Merrill Lynch, 224 milioni di euro circa (2,2% della capitalizzazione di mercato). Per Rete 4 il danno sarebbe limitato anche dal fatto che il digitale non è più una piccola nicchia di mercato ma è un fenomeno che si confronto con i grandi numeri. Qualche problema potrebbe arrivare al gruppo guidato dal presidente Fedele Confalonieri dalle limitazioni alla raccolta pubblicitaria ed in particolare alla inclusione delle telepromozioni (che insieme alle televendite fatturano 360 milioni all’anno) nel monte orario complessivo destinato alle reclame. Nel peggiore dei casi, sempre a giudizio di Merrill Lynch, il taglio sulle telepromozioni potrebbe costare al gruppo il 17% in termini di eps 2007 (-14% nel 2010) , 312 milioni di fatturato 2008 in meno sul fronte degli spot generici. “Ma tutto sommato si tratta di uno scenario abbastanza irrealistico”, ammette lo stesso broker dopo aver analizzato nel dettaglio gli impatti della riforma e le eventuali contromosse di Mediaset |