Tranche de vie

L'importanza di chiamarsi (non) Stronzo


Questa breve digressione tra un capitolo ed un altro serve a precisare un po' il mio carattere. Per carità, di difetti ne ho a iosa e su e-bay a venderli farei affari d'oro ma ho anche, bontà di Madre Natura, qualche pregio. Qui il dibattito tra favorevoli e contrari potrà tranquillamente iniziare sul fatto che una persona debba o non debba, anzi, possa o non possa essere "stronza". Iniziamo a descrivere gli "stronzi". Dicasi "stronzi" quelli a cui non interessa poi tanto in quali condizioni lasciano il tapino, magari, anzi solitamente, ancora innamorato. Sono quelli che non solo "fanno il danno" ma poi pretendono, come nulla fosse, di rimanere amici, di finire, insomma, la questione a "tarallucci e vino". Sono quelli che "per amor di sincerità" prima ti investono con un TIR, poi ti dicono che dovevano farlo per forza e per il nostro bene perchè ormai non ci amavano più. Questo, però, lo fanno guardando dallo specchietto retrovisore dopo averti investito. E se noti che si sono fermati, mentre tu sulla strada ti stai leccando le ferite, non è per poi curarti ma solo perchè stanno raccogliendo il prossimo autostoppista. Veniamo, ora, ai non-stronzi. Sono quelli che si fanno in mille, che si "azzerbinano" quasi al loro compagno, che lo amano senza se e senza ma, sono quelli che soffrono. Mi annovero tra questi ma mi piacerebbe spesso essere un insensibile o quantomeno uno "freddo" capace di farsi scorrere addosso l'acqua senza neanche rimanere umido. Mi spiace, altrettanto spesso, di avere un cuore, di preoccuparmi, di voler bene perfino quando vedi la persona che ancora -purtroppo oserei dire- ami con un altro e proteggerla, senza che lui lo sappia, da infamie, pericoli e minacce. Se non avessi fatto questo -e se ancora non lo facessi- probabilmente -e lo dico con fondate certezze- ci sarebbe stato un suicidio per disperazione. Sinceramente non so per quanto tempo questo potrà ancora andare avanti: anche io non sono d'acciaio ma ficnhè potro, di nascosto, lo proteggerò. Credo, purtroppo, di non essere stronzo come vorrei: sono il tipico Gemelli ascendente Gemelli. Se lo fossi non avrei perdonato Pino Silvestre, non lo avrei invitato insieme agli amici Ludovico il Moro e Diego Diamante a venire con noi in giro per pub e discoteche. Invece l'ho fatto e ho perfino visto che tra Pino e Ludovico ci stava una forte attrazione ma altrettanto li avevo messi in guardia dal tentare minimamente di mettersi assieme: i loro caratteri sono diametralmente opposti. Ma, come spesso accade, la Natura selvaggia ed animalesca ha preso il sopravvento: la loro relazione è durata tre giorni tre, settantadue ore ed è terminata con una reazione gastrointestinale per la quale Pino si è terrorizzato di aver preso chissà quale malattia -manco il raffreddore si trasmette con simile velocità- e Ludovico a difendersi quasi che non aveva fatto nulla ma che era stato un "arancino di riso" il probabile colpevole. Conclusione una amicizia rotta nel peggiore dei modi. Quando si incontrano, ancora adesso a distanza di vari anni, al massimo si dicono "ciao" per quanto Pino, al suo solito, cheiede sempre informazioni agli altri per sapere di Ludovico e se parla di lui -tipica manìa di persecuzione di cui ho sopra accennato.