Tranche de vie

I soldi asciugano molte lacrime ma non assicurano la felicità


La canicola ferragostana era al suo culmine. Dopo un frugale pasto, pronto a ritemprarmi allungando le mie stanche membra nel lettuccio, controllai la posta elettronica il giorno di ferragosto, per l'appunto, esattamente 500 anni dopo la fine del Concilio di Trento. Mi arrivò un messaggio da parte di un tipo che si complimentava con me per il camaleonte che avevo sul braccio. La foto che avevo messo sul sito mi ritraeva, in effetti, in Madagascar con il suddetto rettile che passeggiava su uno dei miei arti superiori. L'approccio fu pertanto curioso anche perchè in un sito per determinate persone che amano determinate cose, anche indipendentemente dal sesso, ci si poteva aspettare tutt'altro che questo. Lo scambio di messaggi continuò per tutto il pomeriggio finchè si decise di scambiarsi gli indirizzi MSN. Le informazioni personali portarono così alla scoperta che Richie -tale era il suo nome -o, per lo meno, quello per cui il simpatico lettore lo deve conoscere- era nato il giorno dopo il mio: stesso mese e stesso anno. A questo si aggiunga che il tipo di cui sopra era uno strafigo: almeno per i miei canoni di bellezza. Il secondo passo fu quello di incontrarsi, dopo ormai essersi visti in cam, la domenica successiva nella vanvitelliana città campana: alle 07.00 -orario dell'Europa Centrale- presi il bus di linea che dal Tavoliere andava all'ombra del Vesuvio dove Richie mi attendeva fremendo fremente. Se era bello in cam, dal vivo...beh lasciamo stare: era stupendo. Aggiungiamo -concedetemi ogni tanto un plurale maiestatis- che l'accento campano aumentava, vieppiù, l'appeal del bel ragazzo. Si andò in giro per mercatini e fu una mattinata alquanto divertente. Ad un certo punto, in auto, mantenni la promessa fattagli qualche giorno prima: gli presi il viso e lo baciai. Fu un bacio tenero e veloce. La cosa finì lì. Mentre si andava in auto alla ricerca di un ristorante, iniziai a notare un certo nervosismo e un notevole rallentamento della velocità di crociera specie quando ci si avvicinava a piazzole di sosta. Dopo averne superate alcune, Richie si fermo ad una, non spegne il motore, si gira verso di me...e mi bacia....wow. Bacio tenero e veloce. Solo in quel momento mi resi conto, con l'auto che quasi tentennava a camminare, che le piazzole di sosta eran ostate sfogliate come una margherita a primavera: quanto sforzo Richie dovè evidentemente fare su se stesso per quel bacio. Ci fu, poi, il ristorante. Successivamente si fece un altro giretto dirigendoci verso la città dove mi attendeva il bus che mi avrebbe riaccompagnato al mio ovile. Ci fermammo nuovamente e, stavolta, i baci furono assolutamente voluti, decisi e appassionati. Chiesi a Richie se si rendeva conto cosa quei baci, quelle carezze e quegli sguardi stessero ormai a significare. Se sapeva a cosa si andava incontro: era l'inizio della nostra relazione. Devo puntualizzare alcune cose: Richie Rich è nome inventato -come ormai sapete, cari lettori- ma lo stesso nasconde, non troppo, l'essenza della verità : è ricco come Creso. La famiglia è  di antica nobiltà affatto decaduta i cui investimenti finanziari, i possedimenti, la cultura e gli studi fatti -nessuno vive di rendita  e tutti i fratelli lavorano- non hanno che contribuito ad aumentarne, se possibile, il benessere. Gli stessi regali che Richie fa sono paragonabili alla ricchezza posseduta: per quanto mi riguarda ho avuto un paio di pantaloni il cui prezzo superava i 500 euro; egli stesso, poi pentitosi in quanto mai indossati e di cui si accusa di aver butatto i soldi dell'acquisto, ne comprò un paio di pitone da oltre 5000 euro. Vuol sì così colà dove si puote ciò che si vuole e non più dimandar. La nostra relazione continua anche se, per motivi pratici, ci si può solo vedere solo il fine settimana. Senza dubbio questo ha contribuito, purtroppo, a minare la stessa. Il giorno della ricorrenza dei morti di novanta anni dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale in Italia, ci fu la conclusione. Fu un dramma senza precedenti per me. Fu la prima volta che piansi per un uomo. Fu, senza alcuna ombra di dubbio, il mio primo grande amore: quello che non dimenticherò mai e che per sempre conserverò e custodirò nel mio cuore. Continuiamo, a tutt'oggi, a sentirci e a dimostrarci affetto tanto per la persona -la reciproca stima è assolutamente intatta- quanto per la seppur breve esperienza sentimentale comune. Breve appendice: il titolo di questo capitolo si riferisce, in realtà, proprio a tale chiosa finale. Richie, dopo di me, conobbe Mao, un ragazzo più giovane di lui e per il quale, letteralmente, perse il ben dell'intelletto ma, forse per la differenza di età, gli interessi, i progetti e, probabilmente, per tante altre ragioni, tra alti e bassi la relazione instaurata è durata circa un annetto fino alla fine, purtroppo per Richie, dolorosa. In questo caso, il bel Casertano per cui io avevo perso la testa, rimase solo, come me, e innamorato. I soldi asciugano molte lacrime ma non danno necessariamente la felicità.