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Di quella volta che andai con Smania a sentire J Mascis al Bloom

Post n°105 pubblicato il 18 Aprile 2011 da syd_curtis
 

 

 

In principio erano i Dinosaur jr. Correva l'anno 1983 quando tre bruti, di cui uno figlio di un dentista, di Amherst Massachusetts, decisero che era venuto il momento di cambiare canale. Joe attaccò lo spinotto e disse sentite che fico (fuckin' amazing, riportano le cronache stinte dell'epoca) e cominciò a pigiare sul pedale del big muff menu. Disastroso, un uomo che aveva la tavernetta adiacente il garage cominciò a battere sul muro con una scopa (cosa che poi, con minime varianti, sarebbe finita in una poesia di carver). Mettici qualcosa di tuo, fece Lou, grattandosi la nuca. Joe si mise a sbiascicare la vocetta nasale, ne venne fuori una melodietta storta che poi di lì a qualche anno sarebbe finita in freak scene. Tutti lo guardarono (quei pochi lì radunati, storditi dal rumore e dalla birra) e sentenziarono rumore + melodia = genio. Genio musicale degli anni Ottanta. Se Lester Bangs fosse stato ancora vivo, avrebbe vomitato. Joe prese a cantare la stessa canzone per trent'anni. Immaginate un uomo che canti la stessa canzone per trent'anni, raccontando in giro che oh si tratta di roba nuova. Gli si credette. Oh, trent'anni. Niente fu più come prima. Altri ci si attaccarono e fecero soldi a palate, nei fantastici Nineties. Thurston Moore comprò un paio di tappi per orecchie. The greatest weirdest most absurd wall of sound I've never heard before, disse scuotendo il capino assonnato. Questo per fare un po' di storia spicciola, molto a buon mercato, senz'altro imprecisa. Se guardi dall'alto quello scorcio di Ottanta trovi loro e un paio di dischi dei Pixies, poi segue il resto, piuttosto distante. Se Freak Scene è la canzone di quel periodo, You're living all over è l'album. Così mi hanno detto, quantomeno.

J Mascis è quell'uomo il cui corpo è apparso fuori dal Bloom di spalle accanto a un furgoncino mentre con Smania facevo la coda per entrare. Mai fatta la coda al Bloom e non è che dentro fosse poi pieno. C'era gente il giusto, ma se ti allontanavi di qualche passo dalle prime file stavi comodo. Con Smania ho provato il bordo palco, poi lei diceva, cazzo ma sono tutti un metro e novanta, ho caldo e mal di gola e voglio qualcosa da bere. Quindi siamo scesi più sotto, retrocessi di qualche fila. Le ho preso una birra, due sorsi e poi ha detto che voleva acqua naturale. Le ho preso acqua naturale. J è apparso intorno alle 23. E' entrato col cavallo dei pantaloni alle ginocchia. Sembrava essersi svegliato un minuto prima. S'è seduto e non s'è più alzato fino alla fine. Io dalla mia posizione vedevo solo un filo di capelli bianchi. Credo avesse in mano la chitarra, il filmato su utube lo conferma. Ha attaccato subito il primo pezzo. Non vedevo niente, Smania nemmeno. Alzandomi in punta di piedi ho scattato due foto piene di teste.

J Mascis  ha detto che il pezzo successivo era dal nuovo album e ha fatto listen to me. Con la voce nasale del Massachusettes. Non aveva l'aria particolarmente sveglia. Dietro di me dicevano ridendo, è un gran comunicatore, dicevano. Quando parlava sembrava gli fosse rimasto ancora il boccone sulla lingua, tra i denti. Ho colto un paul simon way che non so a cosa fosse riferito. Ogni tot scartabellava da un leggio di fronte a lui, poi s'è rotto il cazzo e a preso i fogli direttamente sulle ginocchia. L'ho visto nel video in B/N proiettato di lato al palco.

Smania beveva l'acqua e lacrimava, canticchiava listen to me i can't wait, diceva che si ricordava la prima volta che le avevo fatto sentire Bug sulla spiaggia di Marina di Campo, Isola d'Elba, nel 1988 e che il tramonto le aveva fatto male e che voleva comunicarsi col corpo di J Mascis. J Mascis ha tenuto l'andatura semiacustica solo per poco, come controvoglia, poi s'è stancato e ha attaccato con gli a solo e il distorsore che faceva vibrare i muri e le casse.

Smania ha detto di portarle un pezzo del corpo di J Mascis. Mi sono fatto largo, mi sono caduti gli occhiali, li ho ritrovati a fatica, ho preso due gomitate e staccato un pezzo della gamba di J Mascis. L'ho portato indietro a Smania e siamo usciti mentre Joe attaccava Repulsion. Non riuscivamo più a reggere il peso dei ricordi e della malinconia sciropposa. Prima che ci venisse la carie, prima che ci si alzasse la glicemia. Mi hanno detto gli amichi che poi J Mascis ha fatto ancora qualcosina, un paio di bis strascicati, strascicandosi un momento fuori palco per poi tornarvi come un sonnambulo. Prima di dire thanks a lot e andarsene. Il corpo di J Mascis senza quel pezzetto. J Mascis è apparso a Mezzago. Esiste, l'ho visto.

Con Smania sono andato al parcheggio. Da Parma un paio d'ore, bzz, pensavo che il Bloom fosse come dire in un contesto più metropolitano, bzz, cazzo ho comprato Crash of Rhinos quel disco che ho recensito, bzz bzz bzz. Sentivo le voci intorno, sotto l'a solo di JM. Sulla macchina Smania ha messo several shades of why e ha tolto i sandali. Mentre suonava is it done, ha messo i piedi nudi sul cruscotto. Gran bei piedi. Ha diviso la gamba di J Mascis, un pezzetto ciascuno. Sapeva di olive e marzapane, retrogusto amarognolo. Ora fa veramente parte di noi, ha detto.

Mezzago è nella campagna. In una strada buia fuori paese, ci siamo fermati. Avevamo paura ma era più bello così, come ai vecchi tempi, abbiamo pensato senza dirlo: fermàti in tempo. Peccato non avessi Bug tra i cd della macchina. Ti ricordi all'Elba, la seconda cosa che abbiamo fatto appena arrivati alla casa è stato appoggiare le valigie, ha detto Smania, implacabile masochista. Sapevi di pasta di mandorle, le ho detto (mentivo). J Mascis cantava qualcosa sull'amore finito e Smania era sempre più trasparente. Muovevo le mani, ma c'era solo l'aria del finestrino e il mio mal di gola. Ho trovato a stento la via di casa.

 

 
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