Transmission

Management del dolore post-operatorio - Auff!!


Norman, amico mio, siamo così piccoli che quando cadiamo non ci sente nessuno.Bisogna tenerseli stretti gruppi come questi, altroché. Il management del dolore post-operatorio (il nome è strepitosamente suggestivo) è un fulmine nel cielo smorto dell'indie-rock nostrano. La ricetta è semplice, in fondo, un substrato classico, pompato, metronomico, qualche innesto elettronico a pennello, voce che spesso è più parlato che altro, e cose da dire, intelligenti q.b., nei testi. Pure tutto ciò, se suonato con la convinzione giusta, spacca tantissimo. Non c'è un solo brano non necessario in questo esordio sulla lunga distanza dei quattro ragazzotti abruzzesi, dalla hit pornobisogno, che pesca nella volgarità del presente italico, a auff!! con quei versi fichissimi che aprono a metà il cancro del poetume cantautorale contemporaneo (cos'ha di speciale baudelaire, ho un amico se ci parli per un po' non ha nulla da invidiare a edgar allan poe; e anche tu bukowksi dimmi la verità di quella birra non ne hai bevuta la metà; distruggerò gli endecasillabi del madrigale con un terribile hiroshima provinciale); dalla chirurgia plastica come forma di apatia di Marylin Monroe, al fracasso proto-punk di Norman, dispersi in un mare di incertezza, sino allo sberleffo di Macedonia, che sarà pure in odore di qualunquismo, ma dio bono quanto condivisibile e liberatorio (che cosa me ne frega di come è nata la terra, miliardi di euro per una domanda, ci avrebbe mangiato tutto il Rwanda). Uno degli album più belli di questo scorcio di 2012, tout court, e senza sovrastrutture idiote, stile I Cani, tanto per intenderci. Quando sei caduta, lo dico su serioHo visto una stella esprimere un desiderio