Transmission

Matthew Herbert - One One (2010)


 
Per Matthew Herbert tocca ringraziare Damir Ivic del Mucchio che nel 2008 ne magnificò (a ragione!) l'album "There's me and there's you" -splendido concentrato di jazz, elettronica e acustico-  permettendomi di scoprire un autore (inglese) che (pare incredibile) non conoscevo.One One è antidoto alla depressione post-Baustelle. Parte di una trilogia (il secondo capitolo, One Club, dovrebbe essere uscito un paio di giorni fa, il terzo, One Pig, potrebbe pure essere già uscito o uscire tra poco o non uscire mai: pare contenga i lamenti di un maiale, registrati nel corso del tempo, da sua nascita a morte: amen), è composto da dieci tracce che portano ciascuna il nome di una città, da Manchester a Milano, da Lipsia a Palm Springs, a Valencia. Quale sia il nesso che lega brano a città, non lo chiedete al sottoscritto, plz. One One, bello sin dalla copertina minimalissima, è musica da portare in giro come un bene rifugio, emolliente per i timpani, i neuroni e l'anima (certamente) immor(t)ale. Enjoy it. (Dove si spiega il significato politico di There's me and there's you)