Oltre il cancello

Questo sarà un blog "personale", fatto su misura per me, "Tailor Made" per dirla nella mia seconda lingua.
Qui mi concentrerò su me stessa, proporrò immagini, pensieri, racconti di esperienze vissute, fantasie, emozioni, sentimenti più o meno reconditi. Insomma, questo sarà una sorta di diario.
Il titolo del blog, Oltre il cancello, l’ho scelto perché paradigmatico di quanto mi accingo a fare: il cancello racchiude uno spazio, lo protegge da sguardi indiscreti, separa dal resto dal mondo. Oltre significa però che ho intenzione di aprire questo cancello, di lasciare entrare qualcuno nel mio spazio, di svelare qualcosa del mio giardino incantato. Senza pretendere, ovviamente, che vi siano persone desiderose di entrare. In altri termini, senza pretendere di avere dei lettori.
Ma se un viandante curioso o stanco giungerà a varcare, per caso, la soglia del mio cancello, sarà senz'altro il benvenuto.

 Un americano giunge in Messico in un pomeriggio assolato e cerca un osteria dove mangiare qualcosa ma trova tutto chiuso.
Si guarda intorno e vede, appoggiato a un muro, un uomo che fa la siesta.
Si avvicina e inizia a parlare:
"Buonasera, cercavo un posto per mangiare"
Il messicano nulla, con il sombrero in testa contnua a riposare.
"Mi scusi se la disturbo cercavo qualcosa da mangiare ma è tutto chiuso"
Il messicano lentamente solleva la testa, socchiude gli occhi
e con la voce assonnata e il tono pigro:
"Nada Señor , Nada" e richiude gli occhi
L'americano coglie l'attimo:
"Ma non c'è nessuno in giro?"
"Nada Señor, Nada" e richiude gli occhi
"Sa io vorrei mangiare qualcosa"
"Nada Señor , Nada" e richiude gli occhi
"Pagherei bene"
"Nada Señor , Nada" e richiude gli occhi.
"Neanche un piatto di lumache"
"Scappano Señor, scappano"