Tra parentesi

Post N° 106


Il sole era al tramonto e lui beveva lentamente, increspando l’acqua color delle nuvole, mentre il vento leggero odorava di erba. Alle sue spalle un fruscio lo fece sobbalzare e il leone si girò disturbato, ruggendo con forza verso i cespugli, caso mai ci fosse un nemico da spaventare. La riconobbe appena la guardò negli occhi, ma veniva avanti zoppicando e dal fianco destro gocciolava del sangue da una ferita. "Che ti è successo?" disse il leone. "Un cacciatore…mi ha ferita, ho corso tanto per scappare", rispose affannata la gazzella. Il leone la osservò con attenzione e la trovò affranta."Sei stata veloce però, non ti ha preso" "Non voleva prendermi, voleva solo ferirmi…ma ora non ho più fiato leone, non potrò più parlare del sole e della luna, del vento e dell’erba".Il leone scosse la testa" Sei solo stanca….riposati ora, la ferita guarirà". Il piccolo animale rispose triste inclinando il capo. Andandole incontro, il leone appoggiò il muso sulle sue spalle, spingendola ad accucciarsi sull’erba. Quel contatto fresco e umido le dava sollievo, guardò negli occhi il leone e gli disse "Ora potresti mangiarmi leone…"; lui osservò di nuovo la ferita che continuava a sanguinare e le rispose " Non ho fame…sei stanca, riposati". Il dolore era forte ma faceva più male il sapere che forse non avrebbe più corso; la gazzella sospirò, era così stanca che doveva chiudere gli occhi almeno per un momento.Il leone annuì vedendola dormire, le si sdraiò accanto ed alzando il muso verso il cielo ormai scuro, pensò che forse quella notte sarebbero stati il sole e la luna, il vento e l’erba a parlare di loro.