Tra parentesi

Post N° 86


Quel che fai a Capodanno...Televisioni e giornali, ovvero ogni mass media degno di tal nome, si sono premurati ossessivamente di ricordare che il 55% degli italiani avrebbe trascorso il Capodanno in casa propria o in casa di parenti/amici, abbuffandosi con  il cenone casalingo e brindando alla mezzanotte nel più convenzionale dei modi.Io ero in quel  55% . La mia serata di San silvestro si è svolta nel rispetto della  tradizione. Premesso che la sottoscritta odia abbastanza i luoghi comuni girovaganti intorno al Capodanno e che potesse se ne andrebbe a dormire ben volentieri (Cfr. Post dell'anno scorso!), diciamo che quest'anno sono stata costretta da vincoli di sangue a festeggiare col parentado a casa dei miei genitori.Tutto si è svolto regolarmente, con tanto di cotechino e lenticchie, c'è stato solo un piccolo momento di empasse quando ci siamo resi conto che eravamo già al dolce ed erano solo le 22.45... come tirare fino a mezzanotte?!Ma l'ora fatidica è poi arrivata, senza infamia e senza lode, ho brindato e sono riuscita a resistere un'altra oretta prima di salutare, raccattare qualche avanzo per il giorno dopo e ritornare a casetta mia.Quindi, direte voi, questo è stato il tuo Capodanno: tradizionale, sobrio ma tutto sommato piacevole.Col cavolo!! La vera serata di Capodanno è incominciata dopo... esattamente al mio ritorno alla "home sweet home".A farmi gli auguri di  Buon Anno, appena entrata dalla porta d'ingresso, mi sono venute incontro le mie pantofole, che allegramente galleggiavano leggiadre sull'acqua come simpatiche paperelle e cascatelle tintinnanti scendevano dai gradini quasi a inneggiare un soave walzer delle candele. Il tutto mentre allegramente i tacchetti delle mie scarpe avanzavano in sala da pranzo, con ritmato sciacquettio e mi facevano sentire un po' Gene Kelly in Singing in the rain... anche se a lui l'acqua non arrivava alle caviglie!Acqua?! Quale acqua vi chiederete?!L'acqua che inesorabilmente, implacabilmente, incurantemente che fosse la notte di San Silvestro, stava gocciolando da una guarnizione rotta del rubinetto collegato alla lavatrice (lo si è scoperto dopo ovviamente), il quale ben dalle sei di sera (ovvero da quando ero uscita) perdeva e nel giro di sette ore mi aveva allagato l'appartamento!!Presa da semidisperazione fui tentata di lasciare il lago di Ginevra così come l'avevo trovato e andarmene a dormire, poi il mio senso di responsabilità e la paura che l'indomani i vicini del piano di sotto si accorgessero di qualche macchietta di umidità prevalsero e così, armata di stracci, tappetini e tutto ciò che c'era di assorbente, ho cominciato a fungere da idrovora umana.Straccio, strizza... strizza, straccio... verso le cinque il Vajont era stato prosciugato e tutto sommato i danni non erano stati ingenti, se non si contano le ginocchia e le mani della padrona di casa.  Quel che si fa a Capodanno... nessuno qui crede alle tradizioni popolari VERO?!