Incontrarsi Trentino

Indagini boom: raddoppiano le inchieste


da L'AdigeRichiamo dei giudici su consulenze, appalti e spese legalidi SERGIO DAMIANISe quello della corte dei conti trentina fosse il bilancio di un'azienda, per il 2005 potremmo parlare di un vero e proprio boom: raddoppiano rispetto all'anno precedente le sentenze da 7 a 15 (da 5 a 11 quelle di condanna), e triplica il «fatturato», cioè l'importo totale delle somme da risarcire all'erario (da 182 mila euro nel 2004 a 421 mila nel 2005). Ma il trend di crescita sembra non conoscere crisi, come dimostra il numero di inchieste pendenti: a fine 2005 i fascicoli erano 627, quasi il doppio rispetto all'anno precedente (352). Insomma, la corte dei conti ha un gran da fare per vigilare sul corretto utilizzo delle risorse nella nostra provincia, ma il quadro tracciato ieri a palazzo Geremia nel corso della cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario dal presidente della sezione giurisdizionale Ignazio de Marco e dal procuratore regionale Salvatore Pilato è anche quello di un'istituzione efficiente (anche se non sempre dotata di organici sufficienti): inchieste e giudizi, infatti vengono conclusi in tempi rapidi. Questo - è stato sottolineato dai magistrati - anche grazie alla collaborazione degli enti pubblici (con la Provincia in prima fila) e al grande lavoro svolto dal Servizio accertamento danni erariali (guidato dal capitano Massimo Tomaselli) del Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di finanza ieri rappresentata ai massimi livelli dal generale Giorgio Bartoletti e dal colonnello Marcello Montella.Le inchieste toccano settori molto diversi della pubblica amministrazione. Lo spiega lo stesso procuratore Pilato nel suo intervento: «Notevole impulso proviene dal modello di rapporto instaurato con la Guardia di finanza alla quale nel corso del 2005 sono state delegate numerose e ponderose indagini in temi fondamentali per le investigazioni di polizia economico-finanziaria: rapporti di consulenza; irregolarità nella gestione dei fondi comunitari di prevalenza nel settore della formazione professionale; concessioni di cava per l'estrazione di porfido; illegittimità di aggiudicazione e/o di esecuzione di contratti d'appalto d'opera, di fornitura di beni e servizi; danni da inefficienza del sistema sanitario; disavanzi finanziari nei bilanci di società per azioni a partecipazione pubblica; contratti di locazione e di compravendita immobiliare».Il quadro complessivo, come ha poi sottolineato il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, è comunque quello di una pubblica amministrazione sana, senza troppi sprechi. Danni erariali per colpa grave non mancano - come ha sottolineato il presidente de Marco citando le sentenze del 2005 - ma appaiono legati a fatti episodici e in genere di lieve entità economica, con l'eccezione del settore porfido dove più di un'inchiesta ha messo in luce come troppo spesso l'interesse privato risulti prevalente su quello pubblico dei cittadini. Ci sono però margini di miglioramento e settori dove comunque l'attenzione della magistratura contabile resta alta: in particolare le consulenze, gli appalti pubblici, l'efficienza del sistema sanitario. Quanto alle gare d'appalto - finite all'attenzione anche della magistratura penale - il procuratore Pilato ha ricordato come «la devianza finanziaria attinga i propri metodi operativi alle strategie tipiche dell'infiltrazione criminale, costituendo cordate e cartelli d'impresa con capacità collusive mirate alla turbativa d'asta». Una delle armi di difesa in mano alle pubbliche amministrazioni è la qualità della progettazione, per limitare al massimo varianti e modifiche spesso sinonimo di incremento di costi. Un monito viene anche sul terreno delle consulenze: «La materia del conferimento degli incarichi d'opera professionale è ritornata al centro dell'attenzione delle attribuzioni inquirenti». Accertamenti sono in corso, specie per le consulenze affidate dalla Provincia, la quale peraltro ha offerto «aperta e completa collaborazione». In attesa di conoscere l'esito delle indagini, Pilato ricorda «la regola della priorità nella utilizzazione del personale appartenente alla pubblica amministrazione». Infine non è mancato un affondo sul rimborso delle spese legali a politici e funzionari finiti sotto inchiesta: il procuratore ha parlato di «perplessità» poiché «il confronto tra la normazione statale e la normazione provinciale evidenzia che mentre la prima pone a condizione la sentenza di assoluzione, la seconda, viceversa, adotta a presupposto il difetto di sentenza di condanna, con la conseguenza della rimborsabilità delle spese anche per i giudizi definiti con sentenza di prescrizione o di amnistia».