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Renato Perini, l'archeologia trentina

Post n°70 pubblicato il 25 Febbraio 2006 da ElCid_TheKid

Due mani, una matita e un po' di sana follia

 di GIORGIO LACCHIN

Con due mani, una matita e un pacco di fogli, Renato Perini nell'arco di un inverno riesce a preparare, per la pubblicazione, tutto il materiale di scavo dell'estate prima. In una parola Perini è un mostro». Sono le sante parole di Bernardo Bagolini, un altro dei padri fondatori dell'archeologia trentina. Le ha ricordate ieri Lorenzo Dal Ri, direttore dell'Ufficio Beni Archeologici della Provincia di Bolzano, alla presentazione degli "Scritti" del «maestro - barra - dottore», per dirla con Gianni Ciurletti. «Dottore», ha ricordato il responsabile della Soprintendenza della Provincia di Trento, «perché nel 1989 l'Università di Innsbruck ha conferito a Renato la laurea honoris causae per meriti archeologici. Maestro perché Renato lo era di mestiere. Maestro, soprattutto, perché questa parola evoca tutta una serie di rapporti». Perini era seduto lì, davanti a lui, attento e sorridente. La sala dello Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, in piazza Cesare Battisti a Trento, era piena zeppa di amici, colleghi e allievi. «Voglio dire solo due parole», ha sussurrato lui, con una vocina sottile sottile. «Proprio due: grazie, grazie», ed è scoppiato un applauso che non finiva più. L'ottantunenne studioso s'è commosso, gli si sono arrossati gli occhi e s'è tenuto ancor più forte alla figlia Flavia. «Non avrei mai pensato di trovare così tanti amici. Mi sembra di essere in famiglia!». Quella famiglia, quella squadra, l'ha creata lui. È la sua eredità. «Un'eredità che comprende l'insieme dei suoi studi, il metodo di scavo, di ricerca», ha proseguito Ciurletti, «lo studio oculato, preciso dei reperti che lui sa interpretare grazie a doti che gli derivano dall'esperienza. Dalla sua stessa vita, oserei dire. Soprattutto, Perini ha pubblicato velocemente le sue scoperte ed è una cosa importantissima e non da tutti». È riuscito a cucire fruttuosi rapporti con gli studiosi d'oltralpe. Ha collocato lo studio dell'archeologia trentina in un contesto più ampio. «Nella nostra terra gli studi archeologici sono ripresi con lui e con Bagolini negli anni Sessanta». Perini ha legato il suo nome ai ritrovamenti palafitticoli di Fiavé. Lo hanno fatto anche cittadino onorario di Fiavé e ieri a festeggiarlo c'era il sindaco del paesino della val di Ledro. «La laurea honoris causae gliel'ha data l'Università di Innsbruck perché, forse, Renato ha avuto più contatti con Innsbruck, Monaco e Coira», sospira Ciurletti. (Che strano, ho pensato: quando da Trento sono andato in val di Ledro non mi sembrava di essermi spinto tanto in là. E neppure di aver girato la macchina verso nord, invece che verso sud. Mah!) «Quando finalmente realizzeremo il Museo dell'archeologia a Trento», ha detto Margherita Cogo, vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia, «un po' di merito l'avrà avuto anche lei, maestro Perini». Dovrebbe trovar posto dove adesso c'è la Questura. Dovrebbe fungere da "entrata" per il Castello del Buonconsiglio. Dovrebbe. Prima o poi. "Scritti di archeologia" sono due tomi in cofanetto per 1.378 pagine. La cura redazionale è di Carmen Calovi, che ha fatto un gran lavoro. Il cofanetto è in vendita al prezzo di 75 euro. Vi sono raccolti i saggi pubblicati in trent'anni su riviste italiane e straniere. Non tanto quelli che riguardano Fiavé e i Montesei di Serso, già èditi, quanto quelli che parlano dei boccaletti di Vadena, o le scoperte a Loc di Romagnano, e Stenico, Lavagnone, Vigo Lomaso, Tesero, e lo scavo del '68 al Monte Ozol. «Renato su quella cima selvaggia e arida ci portò anche le due figlie: tenda, sacchi a pelo e via, con un po' di sana follia», ricorda Dal Ri. «Per non dire del pellegrinaggio in Cecoslovacchia del '69, con la Fiat 500... C'era da andare al museo di Brno per controllare delle ceramiche. Mica ci si poteva fidare di qualche fotografia ingiallita! Il problema è che di persone come Renato Perini, purtroppo, si sta perdendo lo stampo».

  da L’Adige del 23 febbraio 2006

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Commenti al Post:
volandfarm
volandfarm il 25/03/09 alle 09:28 via WEB
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