Tricolore sportivo

Il Tricolore Sportivo


IL TRICOLORE SPORTIVO Martedì, 21 aprile 2009 Il Tricolore Sportivo CORI CONTRO BALOTELLI, LO SDEGNO DI MORATTI Sarebbe stato bello poter parlare delle giocate o del gol di Mario Balotelli alla Juventus, invece il diciottenne nerazzurro è diventato il bersaglio dei tristissimi cori razzisti. Massimo Moratti, in un’intervista al Corriere della Sera, si è schierato subito in difesa del suo baby goleador. Il presidente di una delle società che maggiormente rappresenta la società odierna multirazziale ha usato toni duri sulla vicenda. “Se fossi stato allo stadio avrei ritirato la squadra, trovo terribile che quei cori siano stati fatti da almeno quattro quinti dello stadio” ha dichiarato il numero 1 di via Durini che poi ha accusato anche la stampa di un trattamento troppo soft dell’accaduto. “Sta crescendo una certa assuefazione al razzismo – ha detto Moratti – In compenso ho ascoltato critiche a Balotelli per quello che faceva in campo. Invece lui è stato provocato e ha avuto un comportamento civilissimo e maturo”. Valutando l’atteggiamento tenuto dal giocatore a Torino e anche l’etichetta che gli è stata cucita addosso per episodi precedenti non si può certo dire che sia un santo dal carattere docile, ma tutto sommato Balotelli all’Olimpico non ha commesso alcun gesto plateale di  sfida o provocazione e – per di più – neanche questo giustificherebbe i vergognosi cori rivolti a un ragazzo che dovrebbe solo lottare contro i difensori avversari e non contro l’ignoranza mimetizzata sotto il nome di tifo. GIOCATORI INCERTI SUL FUTURO DI ANCELOTTI Adriano Galliani dopo aver fatto dipendere il futuro di Ancelotti dal conseguimento del terzo posto ora è sicuro della permanenza del tecnico. L’allenatore stesso non crede di dover ribadire ancora la sua volontà di rimanere in rossonero. Eppure delle crepe nel fronte comune innalzato dalle due parti si possono intravedere. E per farlo basta guardare le espressioni, interpretare le dichiarazioni di chi osserva la vicenda da dentro, ovvero i giocatori. Kakà e Inzaghi nel dopopartita di Milan-Torino a precisa domanda potrebbero rispondere: ne abbiamo la certezza. La società ha la volontà di confermare Ancelotti e lui è sicuro di voler rimanere. E invece entrambi ripetono con l’atteggiamento di chi è un po’ in difficoltà: non lo sappiamo, noi speriamo che rimanga. Speranze, ma nessuna sicurezza. Al che il sospetto diventa lecito. Se chi respira quotidianamente l’aria di Milanello stenta a mettere un punto fermo sulla vicenda, forse non è tutto già deciso, o comunque alcune riflessioni, magari motivate da qualche contatto, sono avvenute e sono state fatte sia dalla dirigenza rossonera sia dal tecnico. Le speranze di Kakà e Inzaghi insomma si traducono in una interpretazione: Carlo Ancelotti fino a prova contraria sarà l’allenatore del Milan anche nella prossima stagione. Ma le sorprese non sono escluse. DEL NERI-ATALANTA: E’ ROTTURA Era nell'aria da tempo, ora però è ufficiale: Gigi Del Neri la prossima stagione non allenerà l'Atalanta. Lo ha ufficializzato il presidente del club nerazzurro, Alessandro Ruggeri: "Il signor Del Neri non sarà più l'allenatore dell'Atalanta nella prossima stagione - ha detto -. Non ci sono motivazioni tecniche o economiche. Semplicemente, ha deciso che vuole andare in una squadra che lotti per qualcosa di più della salvezza. E io non potevo garantirgli un'Atalanta da Champions League..."  Ruggeri spiega la complessità della trattativa: "Ai primi di marzo ho chiamato il mister, gli ho fatto i complimenti per i risultati e gli ho manifestato la volontà di proseguire insieme, garantendogli l'allestimento di una squadra competitiva. Lui mi ha risposto che a Bergamo stava bene e che mi avrebbe chiamato per discutere i dettagli". Poi però le cose sono cambiate: "Una settimana dopo Del Neri mi ha chiamato e mi ha spiegato di avere l'offerta di un'altra squadra, più importante dell'Atalanta, che l'anno prossimo avrebbe avuto come obiettivo la qualificazione in Champions League. Siamo rimasti d'accordo che ci saremmo risentiti dopo Pasqua. Quando ci siamo visti, mi ha confermato di non voler restare, perché a 49 anni voleva lottare per qualcosa di più della salvezza".