trilogia mentale

NELLA MENTE E NELL'ANIMO: QUANDO L'AMORE "SI TRASFORMA"


"Si muore un po' per poter vivere": così recita "Insieme a te non ci sto più", una celebre canzone d'amore, racconto della decisione sofferta di andar via da un amore che si è traformato e non è più quello di un tempo. Quando questo avviene non sempre è una responsabilità chiara e definita dei componenti della coppia e non sempre ci sono conflitti e contrasti.A volte può essere un processo lungo e silente.Quando finisce un amore, o sarebbe preferibile dire, quando un amore "si trasforma" in qualcos'altro - gratitudine, rispetto, stima, affetto, devozione o altro ancora - si muore un po', perchè nel legame con l'altro ci sono parti di sè fondamentali, a volte frutto della condivisione di molti anni di vita, per cui l'altro può essere una parte viscerale di sè, come può esserlo un padre, una madre, un fratello.L'altro può essere diventato un riferimento stabile per la propria vita: la ricerca di sicurezze e punti fermi che non sempre si trova nella mondanità e nella quotidianità.La ricerca di stabilità è un forte bisogno di base; protegge dalla paura dell'ignoto e della precarietà, tuttavia non sempre è il genere di amore che le persone desiderano di più: un uomo e una donna per tutta la vita possono avere la sensazione di essersi accontentati e che la propria vita è "monca" di elementi vitali e creativi.A volte un "amore" sembra finire all'improvviso, ma è solo una sensazione, forse è finito da tempo, senza che ve ne sia una piena consapevolezza. La perdita graduale di energie in un rapporto di coppia e il progressivo disinvestimento possono essere a lungo celati dalla presenza dei figli, che riempiono la vita, ma anche dal lavoro che impegna la mente e le proprie giornate.Nella vita ci possono essere tanti piccoli o grandi obiettivi, che implicano la necessità di risolvere problemi e conseguire risultati. Questi programmi possono "distrarre da sè" e dalla propria vita sentimentale. Qui nasce il graduale disinvestimento dell'altro, che può diventare scontato, come un prolungamento di sè.Questo progressivo allontanamento è paragonabile al corso del lutto: può essere silenziosamente doloroso, le energie si possono perdere incosapevolemente, ma quando questo processo si è esaurito, altre energie si rendono disponibili per altri legami o scelte che, d'un tratto, piombano nella propria vita "dalla finestra", apparentemente senza preavviso, perchè la coscienza non sempre accede al processo silente del lutto.Cosa succede quando a un tratto i desideri personali portano "altrove", minando il senso di stabilità e di sicurezza di un individuo, che si spaventa, ma al tempo stesso si sente fortemente vivo?Ci sono legami o attività nuove che aiutano a scoprire aspetti vitali di sè che se ne stavano reconditi in un angolo buio e dimenticato della mente. A volte è facile riconoscere nelle distrazioni l'euforia momentanea e la voglia di evasione da un rapporto insoddisfacente, altre volte, invece, non si tratta di una semplice distrazione, ma di un coinvolgimento sentimentale più intenso che può incrinare le proprie certezze e alla lunga essere incompatibile con il proprio equilibrio "familiare".A volte un individuo è chiamato a compire una scelta tra il noto, stabile e familiare, e l'ignoto, imprevedibile e emozionante. Non sempre la scelta è chiara: molte persone indugiano mantenendo un piede di qua e uno di là fino a quando le pressioni interne e/o esterne non impongano tale scelta.